"Io sindaco di un piccolo centro del Lazio ho gli stessi adempimenti della Capitale"

Il primo cittadino di Cittareale: "Andiamo dal meccanico in una Regione e dal macellaio in un'altra. Serve la deroga per le famiglie"

"Io sindaco di un piccolo centro del Lazio ho gli stessi adempimenti della Capitale"

Se ti chiami Francesco Nelli e sei il sindaco dei quattrocento abitanti di Cittareale, nota per i resti della casa natale dell'imperatore Vespasiano e per la Rocca di re Manfredi, vivi le condizioni ideali per comprendere le contraddizioni delle regole anti Covid che valgono per Roma come per il più piccolo dei comuni italiani. La cittadina dell'Appennino centrale è in provincia di Rieti, Lazio come la vicina Amatrice, ma fino al 1927 faceva parte degli Abruzzi, è a due passi da Norcia e Cascia, Umbria, e si sente una sola cosa con Arquata del Tronto, Marche. «Capisco il momento complicato che sta passando il governo e le decisioni difficili che è chiamato a prendere per la tutela della salute pubblica, ma dico che fare un dpcm che non stabilisca differenze è poco equilibrato. A Roma si può andare da Ostia alla Cassia e qui non si possono fare cinque chilometri per andare a trovare i propri cari» dice il primo cittadino di Cittareale.

Signor sindaco, che cosa vi rende così eccezionali e al contempo significativi per la situazione di tanti altri comuni?

«Noi andiamo dal meccanico in una regione, dal macellaio in un'altra, figli e genitori, fratelli e sorelle, nonni, amici, fidanzati, abitano in città e magari in regioni diverse. Come si può chiederci di non lasciare il comune a Natale e a Capodanno come se fossimo a Roma, dove per andare a trovare qualcuno puoi muoverti da Ostia antica ai Parioli, che sono cinquanta minuti di strada?».

Lei da sindaco consiglia di attenersi alla lettera del decreto o di interpretarlo diciamo così liberamente?

«Noi da rappresentanti delle istituzioni speriamo sempre che le istituzioni vengano rispettate. Oltre tutto, la tolleranza è affidata al buonsenso. Nel lockdown del marzo scorso le multe sono state fatte e la gente ovviamente ha paura».

Che diverso tipo di trattamento si sarebbe aspettato dal dpcm su Natale e Capodanno?

«Ci aspettiamo una modifica che consenta ai nostri concittadini di andare a trovare figli, famiglie, genitori nel comune accanto. Perché non possono andare a trovare la mamma che abita a tre chilometri di distanza il giorno di Natale? Serve una deroga sui ricongiungimenti familiari».

Se arriva la deroga sui ricongiungimenti si riterrà soddisfatto o pensa che ci sia altro da tarare?

«Impediscono agli albergatori le cene se non in camera. Ma non tutte le camere hanno lo spazio per far cenare e non tutti gli alberghi sono strutturati per il cenone. Il nostro unico agriturismo ha preferito chiudere perché non è in grado di garantire un simile servizio».

Il rischio di assembramenti non esiste anche nei piccoli comuni?

«Parlare di assembramenti in un comune di 400 persone, che è come un grande condominio di Roma, non ha senso. Sarebbe stato meglio considerare assembramento 4 persone insieme non conviventi invece che il bar dopo le 18. A questi danni ci sono da sommare quelli del terremoto del 2016».

Lo stato di emergenza per il terremoto non è stato prorogato al 31 dicembre 2021?

«Ma le agevolazioni fiscali e la moratoria fiscale legata ai mutui sono in scadenza a fine 2020.

La ratio alla base dovrebbe essere la stessa: o tutto è a posto o niente lo è. Bisogna essere equilibrati e di buon senso. Adesso ricominciamo anche a pagare la bolletta elettrica, con lo sconto ma con tutti gli arretrati».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica