Roma Renzi contro Grillo per la conquista del voto degli italiani all'estero. Il fronte di guerra sul referendum costituzionale si è allargato fuori dai nostri confini. Sono gli italiani all'estero il nuovo «far west» il territorio da annettere per non rischiare una cocente sconfitta nelle consultazione popolare. I sondaggisti sono tutti concordi: il voto dei quasi 5 milioni di nostri connazionali sparsi per il mondo «sarà determinante» per la vittoria del «Sì» o del «No».
Un'indicazione molto chiara per M5s che aveva già protestato per il pellegrinaggio in Argentina a caccia di consensi del ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi. Ora l'attacco prosegue sul blog di Beppe Grillo dove M5s Europa mette in guardia gli elettori che si trovano all'estero. «Con questa riforma perderete il diritto di voto - scrivono i grillini sul blog - Vi verrà scippata la scheda elettorale per il Senato perché per Renzi gli italiani all'estero sono cittadini di serie B». E quindi invitano ad andare a votare No «per rispedire nelle fogne questo disegno anti-democratico».
Dal fronte renziano si lavora per il «Sì» in giro per il mendo arrivando a risultati comici come quello registrato in Kenya dove un gruppo di guerrieri Masai sorridenti è stato ritratto accanto al cartellone che invita a votare «Sì». Ma tutto è ammesso perché c'è in ballo un bel pacchetto di voti che vale tra il 7 e l'8 per cento del totale degli elettori come spiega Renato Mannheimer (il fondatore di Ispo). Il dato estero pesa «perché la differenza fra il Sì e il No è di 4 o 5 punti e dunque l'8 per cento rappresentato dagli elettori esteri sarà indubbiamente determinante», osserva Mannheimer. La pensa così anche Roberto Weber, presidente di Ixè. «Il voto all'estero sarà cruciale, avrà un ruolo pari a quello giocato alle elezioni del 2006, quando cambiò il risultato finale - ricorda Weber riferendosi alla vittoria di Prodi - Quanto più calerà l'affluenza in Italia tanto più peserà il voto all'estero». Per Carlo Buttaroni, presidente di Tecnè, a fare la differenza sarà il numero degli astenuti. «Il primo elemento che peserà sul risultato riguarda gli indecisi in Italia, che sono circa 30 milioni di persone - sostiene Buttaroni - Il voto all'estero riguarderà comunque più il merito della riforma».
Nicola Piepoli ritiene che gi italiani all'estero «potrebbero spostare 500mila voti,
ma penso che il Sì probabilmente può vincere per molti più voti». Per il sondaggista peserà «l'endorsement di Obama a Renzi che potrebbe valere un punto percentuale, ovvero il 51 per cento da una parte e il 49 dall'altra».
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