Johnson ora fa il portoghese: "Brexit senza pagare nulla"

Per i sondaggi non ha avversari nella corsa al posto della May: "Senza nuova intesa con l'Ue fuori gratis"

Johnson ora fa il portoghese: "Brexit senza pagare nulla"

Londra La prima volta che Donald Trump l'ha chiamato per chiedergli d'incontrarsi a Downing Street ha pensato ad uno scherzo. Poi ha declinato l'invito perchè voleva concentrarsi sulla corsa alla leadership dei Tories. Eppure, se c'è un politico britannico che ammira il presidente americano e segue tutti i suoi suggerimenti, quello è Boris Johnson. Così, nella sua prima intervista ufficiale al Sunday Time ha fatto sua una precedente dichiarazione di Trump dicendo di non voler pagare per uscire dall'Europa.

Almeno fino a che non otterrà un accordo migliore di quello raggiunto finora. Hard Brexit quindi se non addirittura un no deal e un ritorno alla linea di One Nation nella politica interna: è così che uno dei favoriti alla leadership conservatrice intende conquistare la guida del partito. Al Times ha detto di essere intenzionato a guidare il Paese come aveva guidato Londra in qualità di sindaco, investendo in un esecutivo di grandi personaggi e mettendo in atto delle politiche rivolte ai ceti meno abbienti. Un po' a destra e un po' a sinistra, Johnson si presenta come l'unico in grado di salvare il Paese dalla minaccia di Corbyn e Farage a patto che il Regno Unito lasci l'Europa entro il 31 ottobre con o senza accordo. La sopravvivenza del partito, secondo l'ex sindaco della capitale, dipende dalla Brexit. Mantenere la promessa data a chi ha votato per uscire è una prerogativa fondamentale. I punti per la Brexit voluta da Johnson sono: la sospensione del pagamento di 39 milioni di sterline fino a che Bruxelles non accetta dei termini più favorevoli, l'eliminazione del backstop per il confine irlandese e la soluzione del problema solamente quando l'«Europa sarà pronta ad accordarsi per una relazione nuova e stabile, la modifica della squadra di negoziatori con l'inserimento di più ministri, la garanzia dei diritti ai tre milioni di cittadini europei residenti in Gran Bretagna, la preparazione per l'uscita senza accordo. «Ritengo che i nostri amici e i nostri partners debbano capire che ci terremo il nostro denaro fino a che non avremo la massima chiarezza sulla strada che abbiamo davanti ha spiegato Johnson - Ho sempre pensato che fosse incredibile il fatto che dovessimo sottoscrivere l'intero assegno prima di avere un accordo finale. Il denaro è un ottimo solvente e lubrificante nelle negoziazioni».

Dopo aver ottenuto senza sforzo l'endorsement di Trump, che non ha mai nascosto le proprie simpatie verso Boris, ieri Johnson ha ottenuto anche il sostegno definitivo di due ministri dell'esecutivo. In un articolo scritto per il Times, il segretario per il Galles Alun Cairns ha affermato che Johnson sarebbe in grado di «proteggere la nostra unione» e «riportare l'entusiasmo nella politica».

Anche secondo Chris Grayling, ministro dei Trasporti che nel 2016 condusse la campagna per Theresa May, Boris è l'uomo giusto, quello «in grado di battere Corbyn». Secondo un sondaggio effettuato per i Conservatori, nella corsa Johnson sarebbe in testa con il 43% seguito da Gove con il 12%.

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