Politica

Johnson, ricetta italiana: troppa gente in giro verso la chiusura totale

Riunione fiume, poi il premier parla alla nazione. Si va a una stretta per i divieti

B oris Johnson ieri sera si è rivolto direttamente alla nazione per annunciare l'intensificarsi delle misure per contrastare la pandemia di coronavirus nel Regno Unito. Al momento in cui questo giornale va in stampa la nuova stretta non è stata ancora ufficializzata ma dovrebbe comportare, secondo indiscrezioni, la chiusura di tutti i negozi del Paese, tranne gli alimentari e pochi altri ritenuti vitali. Dovrebbero inoltre essere previste multe per i trasgressori.

La decisione giunge dopo che nel fine settimana sono state molte le persone che non hanno rispettato gli inviti governativi a limitare gli spostamenti e mantenersi a distanza di sicurezza dai vicini: mercati londinesi affollati, gente in spiaggia e nei parchi. Addirittura lo Snowdonia National Park, nel Galles, che secondo il suo direttore ha visto «il più alto numero di ingressi a memoria d'uomo. L'area è stata travolta dai visitatori». La situazione non è stata migliore nella metropolitana londinese di ieri: nonostante il servizio ridotto erano molte le carrozze stracolme di pendolari nelle ore di punta. Impossibile rispettare la distanza di sicurezza. Secondo l'app Citymapper, che monitora il livello di mobilità delle più grandi città mondiali, domenica Londra, Birmingham, Manchester si muovevano a circa il 25 per cento del loro livello normale, contro il 3-4 di Milano, Madrid, Parigi e altre città al centro della crisi. Troppo per contenere il diffondersi del CV19 che finora nel Regno Unito ha mietuto 335 morti totali, 46 solo ieri, e infettato oltre 6.650 persone.

Numeri cupi che vedono Londra pagare un tributo maggiore rispetto a quello italiano negli stessi giorni iniziali in cui la crisi è accelerata. Ieri il ministro della salute Hancock ha annunciato che è stato mobilitato anche l'esercito per facilitare la distribuzione negli ospedali del Paese del materiale medico necessario. Equipaggiamento di cui medici e operatori sanitari hanno lamentato la carenza e l'inadeguatezza in una lettera aperta sul Times di domenica: hanno scritto di sentirsi «carne da cannone», mandati allo sbaraglio e riforniti di mascherine scadute e scorte di materiale che rischiano di finire in pochi giorni. Il Paese sta cercando affannosamente di correre ai ripari e recuperare il ritardo di una reazione iniziale da più parti ora considerata troppo blanda. Hancock ha dato conto alla Bbc dello sforzo della macchina governativa, ringraziando in parlamento gli oltre 7500 medici non più in servizio che a ieri si sono resi disponibili a rientrare in corsia.

E sempre a Westminster è cominciata la discussione sulla legislazione di emergenza per contrastare il CV19. L'iter dovrebbe concludersi giovedì e dovrebbe assegnare al governo ampi poteri fra cui quello di fermare e testare persone sospette di avere il virus, impedire assembramenti, chiudere i confini nel caso di carenza di agenti delle dogane. L'opposizione ha fatto squadra chiedendo e ottenendo che il provvedimento sia ridotto a 6 mesi rispetto ai 24 iniziali.

Misure straordinarie, come quella annunciata ieri con cui lo stato di fatto nazionalizza le ferrovie per un periodo iniziale di 6 mesi, nel tentativo di impedire il fallimento di molti operatori che stanno facendo i conti con un crollo vertiginoso dei passeggeri.

Commenti