Kamala Harris è la quintessenza della diversità che caratterizza gli Stati Uniti. Madre indiana, padre jamaicano, si descrive semplicemente come americana, ma non disdegna la connotazione di afroamericana. Tecnicamente non lo è, ma la madre attivista ha cresciuto lei e la sorella in una promiscuità culturale tale da conferirle un po' tutte le appartenenze etnico religiose, rafforzata grazie al matrimonio con l'avvocato di religione ebraica Douglas Emhoff. Harris è la prima donna nera (la terza donna in generale) ad essere scelta per far parte del ticket per le elezioni presidenziali Usa: già procuratrice generale della California e procuratrice distrettuale di San Francisco, attualmente senatrice per il suo stato, Kamala è la paladina dei diritti delle minoranze, ma soprattutto è considerata una scelta vincente sul campo della raccolta fondi. Con lei Joe Biden mette in campo una vera e propria «macina dollari»: è molto amata dalle celebrità di Hollywood, che hanno già fatto sentire sui social il loro appoggio.
E c'è chi come Kerry Washington (l'Olivia Pope di Scandal) twitta «Yes We Kam», parlando di un «momento storico». Ma essendo stata attorney general di San Francisco ha anche ottimi rapporti con i miliardari della Silicon Valley, e pure Wall Street la reputa una buona scelta. Oltre il fatto che è in grado di dominare sul palco con il suo piglio e il suo carisma, qualità che mancano all'ex vice presidente. Infatti, la sua nomina ha fatto immediatamente balzare in alto le donazioni dei democratici. Fra le 16 e le 20 di martedì ora locale, ovvero in concomitanza dell'annuncio di Biden, ActBlue - la maggiore piattaforma che si occupa delle donazioni per i dem - ha riportato 10,8 milioni di dollari in finanziamenti. Il giorno precedente nello stesso arco temporale erano risultate pari a 2,3 milioni, facendo registrare quindi un aumento di 8,5 milioni.
Inoltre, Kamala è vista come la figura della svolta per i democratici, quella che il partito dopo Barack Obama non ha più avuto. Con i suoi 55 anni, rispetto ai 77 di Biden, la senatrice può traghettare l'Asinello verso quel cambio generazionale atteso da anni, e che sembrava allontanarsi ancora una volta con il dominio di politici della vecchia guardia come Biden, Sanders e Warren. Ed è proprio lei che viene perciò vista come la chiave del successo, in grado di conquistare non solo il voto di donne e minoranze, ma pure dei giovani.
Tanto che c'è già chi guarda al 2024: Biden, se verrà eletto, è infatti un presidente da un solo mandato, e lei potrebbe guadagnare nei quattro anni da vice l'esperienza necessaria per rafforzarsi e puntare direttamente alla Casa Bianca.
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