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Kamala in viola ruba la scena (e studia da prossimo leader)

Harris conterà più dei predecessori ed è già un modello per milioni di americane: "Io qui grazie a tutte le donne"

Kamala in viola ruba la scena (e studia da prossimo leader)

Ufficialmente è la giornata di Joe Biden, ma tutti gli occhi sono puntati su Kamala Harris, prima vice presidente donna (oltre che prima nera e asiatica) della storia americana. A 54 anni l'ex senatrice della California si presenta come il volto giovane della nuova Casa Bianca, in grado di prendere per mano il partito democratico e traghettarlo verso il futuro. Un futuro in cui molti la vedono seduta nello Studio Ovale nel 2024, come prima donna Comandante in Capo degli Usa.

«Sono qui oggi grazie alla donne che ci sono state prima di me, che mi hanno preceduto», twitta la Harris prima di scendere i gradini del Campidoglio insieme al marito Doug Emhoff, primo second gentleman degli Stati Uniti. Poi ricorda la madre arrivata dall'India e tutte quelle «generazioni di donne afroamericane, asiatiche, bianche, ispaniche, native americane che si sono battute per l'uguaglianza, la libertà, e che continuano a combattere per i loro diritti». Mentre alla vigilia di una cerimonia blindata, in una città che praticamente deserta, aveva affermato: «Saremo probabilmente separati fisicamente, ma siamo uniti nello spirito». «Mi fa piacere pensare che quello che per noi è oggi storico sembrerà una cosa normale e ovvia quando le nipoti di Kamala saranno cresciute», la celebra intanto l'ex segretario di stato Hillary Clinton, che aspirava a rompere il soffitto di cristallo e diventare il primo presidente donna, sogno infranto quattro anni fa con la debacle inflittale da Donald Trump.

Harris giura nelle mani di Sonia Sotomayor, la prima giudice della Corte Suprema di origini ispaniche, su due bibbie, una di Regina Shelton, la donna che per lei e sua sorella Maya è stata una «seconda madre», e una dell'icona dei diritti civili che ha ispirato la sua carriera, Thurgood Marshall. Sin da subito, proponendo al mondo l'immagine di una nuova America. Ex procuratrice di San Francisco prima e della California poi, Kamala ha conquistato un seggio in Senato per il Golden State nel 2016. Da subito ha dichiarato guerra al neo eletto Trump, e nel 2019 ha deciso di correre per la Casa Bianca. Costretta a ritirarsi dopo alcuni turni delle primarie, é stata comunque una delle rivali più agguerrite di Biden. Per i prossimi quattro anni Harris è pronta a rivoluzionare il tradizionale ruolo del numero due, solitamente una figura ombra e di secondo piano, che lei ha già radicalmente modificato solo con la sua nomina. Senza contare che sarà l'ago della bilancia in un Senato spaccato esattamente a metà con 50 seggi democratici e 50 repubblicani. La neo vice presidente avrà quindi, se necessario, il voto decisivo per far pendere la bilancia verso il suo partito. E con lei arriva anche una «second family» rivoluzionaria: Harris non ha figli suoi ma è stata soprannominata «Momala», da mom (mamma) e Kamala, di Cole e Ella, le figlie che il marito Doug ha avuto dalla prima moglie. Il consorte è uno dei suoi maggiori sostenitori, e non ha esitato a fare un passo indietro rinunciando (almeno momentaneamente) alla carriera da avvocato per lei. Amante del golf, Doug è anche il primo partner di un vice presidente di religione ebraica.

Una famiglia moderna insomma quella di Kamala, che in un futuro non lontano potrebbe fare il suo ingresso al 1600 di Pennsylvania Avenue: Biden, vista l'età avanzata (con i suoi 78 anni e' il presidente più anziano della storia degli Stati Uniti) secondo molti sarà leader per un solo mandato, aprendo la porta ad una staffetta con la sua vice che nel frattempo potrà studiare da Commander in Chief.

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