Kiev sotto attacco, ancora vittime civili. Giallo Pokrovsk, i russi: "È accerchiata"

Pioggia di droni sulla capitale, colpito un palazzo: 3 morti. Per Mosca la città chiave sta per cadere, Kiev smentisce

Kiev sotto attacco, ancora vittime civili. Giallo Pokrovsk, i russi: "È accerchiata"
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All'alba Kiev si è risvegliata in un incubo che ormai conosce a memoria: il fumo, le sirene, il boato che squarcia la notte. Prima uno, poi due, poi tre. I vetri esplodono, le luci si spengono, e nel distretto della Desna un soccorritore emerge tra le scale annerite con in braccio un bambino di quattro anni, avvolto in una coperta grigia. Intorno a lui, soltanto polvere e fuoco. Tre morti nella capitale, altri due a Kharkiv. Quarantadue feriti, sette dei quali bambini. È questo il bilancio provvisorio dell'ennesimo attacco russo contro l'Ucraina. Secondo il sindaco Klitschko, i detriti di uno dei droni kamikaze, parte di un'ondata di oltre un centinaio lanciati nella notte, hanno colpito il secondo piano di un edificio residenziale. L'impatto ha generato un'esplosione immediata: in pochi minuti l'intero blocco è stato divorato dalle fiamme, che si sono arrampicate fino ai piani più alti come se volessero bruciare il cielo stesso. Nel quartiere di Obolonsky, a nord della capitale, una nube nera ha oscurato l'alba. Kiev è rimasta sospesa in un silenzio irreale, denso, rotto solo dal lamento delle sirene e dal crepitio delle macerie che continuavano a cedere sotto i passi dei soccorritori.

Dal suo canale Telegram Zelensky ha accusato Mosca di "voler infliggere il massimo danno alla vita quotidiana" e ha elencato i numeri di una settimana da tregenda: "La Russia ha usato quasi 1.200 droni, più di 1.360 bombe aeree guidate e oltre 50 missili contro l'Ucraina". Una contabilità della distruzione che sembra non avere fine.

Ma mentre Kiev contava le sue vittime, Mosca celebrava le sue presunte vittorie. Dal comando dell'Operazione speciale Putin ha ricevuto il bollettino dal generale Gerasimov: fino a 5mila soldati ucraini accerchiati a Kupyansk, altri 5.500 a Pokrovsk. Numeri che lo Stato Maggiore di Kiev definisce pura propaganda: "A Pokrovsk i russi hanno fatto prigionieri duecento uomini". La città, nodo strategico nel cuore del Donbass, resta un punto cruciale per i rifornimenti e i movimenti militari di entrambe le parti. Ogni metro conquistato o perso ha un prezzo di sangue, ricorda Zelensky. L'ordine tassativo del Cremlino è prenderla entro metà novembre. Le cifre, le versioni, i bollettini si inseguono come proiettili di carta. Il portavoce Peskov parla di "progressi significativi" e di "passaggi militari sul fiume Oskol sotto controllo russo". Aggiunge che oltre il 70% della città di Volchansk sarebbe ormai liberata.

Nel frattempo, missili e bombe plananti hanno colpito anche Kryvyi Rih, la città natale di Zelensky, e Odessa. Secondo gli analisti militari, Mosca starebbe impiegando nuovi vettori d'attacco, capaci di penetrare le difese ucraine e colpire in profondità, ben oltre la linea del fronte.

Su un altro fronte, quello della propaganda, le versioni continuano a viaggiare su binari paralleli che non si toccano mai: Kiev rivendica raid su aeroporti militari nella regione di Mosca, dove sarebbero schierati i bombardieri strategici del Cremlino. Il sindaco della capitale russa Sobyanin, minimizza: "Un drone abbattuto, nessun danno, nessuna vittima".

E come ciliegina avvelenata su una torta mortale, la giornata si è chiusa con un altro colpo al cuore.

In serata, un drone kamikaze russo ha centrato un minibus passeggeri nella regione di Sumy. Tra i feriti, anche un bambino. Un Uav di Kiev ha ucciso un civile nel Belgorod, dove è stata danneggiata la diga del bacino idrico.

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