«Siamo in stretto contatto con le autorità francesi. Quello che posso dire è che Issaoui ha agito da solo nell'atto estremo, ma è probabile che si sia radicalizzato qui in Tunisia e che appartenga a una cellula jihadista». Il ministro degli Esteri tunisino Othman Jerandi, intervistato dal canale televisivo Attessia, promette massima collaborazione alla Francia sulla vicenda di Ibrahim Issauoi, il 21enne che giovedì mattina ha trucidato tre persone nella basilica di Notre-Dame-de-l'Assomption a Nizza.
L'uomo continua a essere in prognosi riservata dopo l'intervento chirurgico a cui è stato sottoposto in seguito alle ferite riportate nella sparatoria per neutralizzarlo. Gli inquirenti francesi attendono che si concluda la fase del coma farmacologico per poterlo interrogare, mentre proprio ieri da Tunisi è partito alla volta di Nizza il colonnello Skander Hizabri, alto funzionario degli 007 maghrebini.
Le indagini ovviamente sono rivolte all'individuare eventuali fiancheggiatori: un 47enne, come confermano fonti giudiziarie, sarebbe stato fermato, ma al momento non è del tutto chiara la natura dei rapporti con il killer. Sempre ieri intanto ha parlato alla tv di Dubai Al Arabiya Yassine Issaoui, il fratello dell'aggressore. Nel corso dell'intervista Yassine ha rivelato di aver sentito telefonicamente mercoledì sera il fratello: «Mi ha detto che stava bene e che voleva passare la notte davanti alla basilica. Mi ha persino inviato sul telefonino una foto dell'edificio. Ho trovato la cosa molto strana, ma onestamente non pensavo che avesse in mente un piano criminale». Eppure il giovane aveva già accoltellato una persona in Tunisia. I fatti risalgono al 2016, quando, l'allora 17enne, fu arrestato per aggressione armata e finì in carcere.
La Tunisia ha fermamente condannato l'attacco terroristico e la procura antiterrorismo della capitale ha aperto un'indagine per fare chiarezza sui contatti e la vita di Issaoui prima di emigrare, con tappa a Palermo, ospite di un parente per 15 giorni a ottobre. Alcuni familiari sarebbero già stati sentiti dagli inquirenti nel quartiere popolare di Thyna, sulla strada per Gabes. Parallelamente è stata aperta un'indagine sulla presunta esistenza di un gruppo terroristico denominato «Al Mahdi nel sud della Tunisia» e sul suo potenziale coinvolgimento nell'attacco terroristico di Nizza. Lo ha detto il portavoce e sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tunisi Mohsen Dalì all'agenzia Tap, spiegando che l'avvio di quest'indagine segue un post sui social di un individuo che afferma di appartenere al medesimo gruppo e che avrebbe rivendicato la responsabilità dell'attacco. Di certo Issauoi ha partecipato ad alcuni raduni dell'organizzazione salafita, poi dichiarata terroristica, Ansar Al Sharia nel 2012 e 2013 a Kairouan, in Tunisia. Lo notizia è stata divulgata dalla radio locale Shems Fm, sottolineando che Issauoi aveva solo 11 anni quando partecipò a questi eventi. La Francia nel frattempo ha deciso di blindarsi.
Il ministro degli Interni, Gerald Darmanin, al termine del consiglio di Difesa all'Eliseo con il presidente Emmanuel Macron, ha disposto l'aumento del servizio di vigilanza in vista del week-end di Ognissanti. Darmanin ha precisato che «la sorveglianza intorno ai luoghi di culto cristiani sarà forte». Il collega degli Esteri Le Drian ha chiesto ai connazionali all'estero di «fare molta attenzione».
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