Il killer viene da Londra, nuova culla del terrore

Il tagliagole nel video ha un chiaro accento inglese. Cameron teme il "fronte interno"

Nel vertice europeo di maggio i ministri dell'Interno hanno condiviso per la prima volta i dossier in materia jihadisti con cittadinanza europea. Numeri inediti, ufficializzati a Bruxelles, che fino a quel momento facevano parte dell'intelligence dei diversi Paesi. Duecento cittadini belgi sarebbero volati in Siria subito dopo lo scoppio della guerra civile, almeno un centinaio quelli indottrinati e partiti dall' Olanda. Un totale di circa duemila. In un'Europa che vede la Gran Bretagna (con circa 400) e la Francia (con almeno 700) in prima fila come esportatori di combattenti all'estero, mentre la Germania ne ha registrati 270 e la Spagna 51.

La conferma dell'autenticità del video dell'uccisione di James Foley da parte dell'Isis ha riportato l'attenzione su un fenomeno che si pensava ridimensionato dopo il primo anno di guerra civile in Siria, il Paese dove si sono riscontrati i primi casi numericamente rilevanti di occidentali tra le milizie islamiche. Molti europei convertiti alla jihad, poi addestrati all'estero, erano tornati nei Paesi d'origine dopo un periodo sul campo. Ma non sempre il volo di ritorno per l'Europa è (o è stato) carico di buone intenzioni. Era francese, per esempio, l'attentatore di Bruxelles, che nella settimana delle elezioni per il Parlamento europeo è entrato con un kalashinkov nel museo ebraico uccidendo quattro persone. Era stato in Siria nel 2013, passando dalla Malesia e da almeno altri due Stati islamici. L'arresto, a Marsiglia, aveva persuaso François Hollande a promettere una lotta «perpetua» e senza quartiere contro «milizie» che tornano in Europa dopo avere combattuto all'estero.

Il problema sembra ora estendersi. L'ondata di partenze, secondo i Servizi britannici, non si è arrestata. Anzi, ora che i jihadisti hanno il loro califfato in Iraq sono molte anche le donne che decidono di abbracciare la causa; se non come combattenti, come mogli.

L'Isis ha una capacità di reclutamento inedita in Europa, si legge in un rapporto dell'intelligence inglese. E se la Francia vanta la più grande comunità di jihadisti all'estero, l'Inghilterra avrebbe il tasso più alto di barbarie commesse dai convertiti all'islam più oltranzista. Perfino un rapper, che ha lasciato l'appartamento da un milione di sterline dei propri genitori a Londra, per unirsi alle milizie dell'Isis: «Eccomi mentre mi sto rilassando con il mio amico, o con ciò che resta di lui», scrive su Twitter Abdel-Majed Abdel Bary, 23 anni, mentre in una foto mostra una testa mozzata. Time riporta la storia di un membro dell'Isis, originario di Manchester, che su Twitter «espone» diverse decapitazioni a suo carico in Siria: «Amerei separare le loro teste dai loro corpi», aggiunge parlando delle spie nei Paesi islamici.

In Italia, finora, l'unico caso accertato di partenze per la Siria è quello del genovese Giuliano Delnevo, morto durante un assedio lealista ad Aleppo. Molti combattenti «europei» si sono spostati in Iraq. Uno di questi potrebbe essere l'autore materiale dell'uccisione del giornalista James Foley. Secondo i Servizi britannici il suo spiccato accento inglese è un indizio che riconduce alla Gran Bretagna e a quella che il settimanale Spectator chiama «Britain's Jihad». Il Washington Post racconta invece come l'Isis e altri jihadisti persuadono gli occidentali. Usando una app sul cellulare. O programmi autoistallanti per pc nei bar di città europee. Come se la propaganda nelle moschee fosse ormai una pratica superata.

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