Kim ne inventa un'altra: "La Cia voleva uccidermi"

Il dittatore doveva essere avvelenato durante le celebrazioni di aprile: «Dichiarazione di guerra»

Kim ne inventa un'altra: "La Cia voleva uccidermi"

New York Il dittatore nordcoreano Kim Jon-un ruba la trama al film comico «the interview», che vede protagonisti due giornalisti americani sprovveduti e pasticcioni che, imbeccati dalla Cia, tentano di ucciderlo a Pyongyang con un potente veleno, e poi si spinge persino oltre con la fantasia. L'agenzia di stampa statale nordcoreana Kcna, esattamente come nel film, ha diffuso infatti ieri una macchinosa ricostruzione su un presunto attentato, ordito dalla Cia e dai servizi segreti sudcoreani, per uccidere con una sostanza biochimica «Il Rispettato Maresciallo Kim», questo il suo titolo ufficiale in Patria, tutto in maiuscolo. Come si legge nella nota del Kona, organo ufficiale del giovane dittatore, l'attentato si sarebbe dovuto compiere il 15 aprile scorso, durante le celebrazioni del 105esimo anniversario della nascita del fondatore della dinastia comunista, suo nonno, Kim Il Sung, chiamato Grande ed Eterno Leader (sempre in maiuscolo), venerato come un dio dai sudditi nordcoreani. Il luogo prescelto dell'attentato sarebbe stato il Palazzo del Sole di Kumsusan, ubicato nella desolata periferia est della capitale, meglio conosciuto come il Mausoleo di Kumsusan, dove sono esposte e adorate le salme di suo nonno Leader Eterno e di suo padre, Kim Jong-il.

I due sicari della Cia, arrestati dai servizi segreti nordcoreani (ma al momento non ci sono foto, nè filmati dei due killer), sarebbero un cittadino nordcoreano di nome Kim (ma nelle due Coree quasi tutti si chiamano Kim) rientrato a Pyongyang dalla Cina 12 mesi fa e un cinese di nome Xu Guanghai. Costui invece esiste di nome e di fatto: è il rappresentante legale e commerciale a Pyongyang della Qingdao Nasca Trade Co., un'azienda cinese di prodotti chimici regolarmente registrata nella capitale nordcoreana il 7 marzo scorso. I due avrebbero avuto ripetuti contatti con la Cia e i servizi sudcoreani e intascato 740 mila dollari per ammazzare «Il Rispettato Maresciallo». Il piano, secondo l'agenzia Kcna, era così congegnato: i due sicari avrebbero dovuto usare e nascondere all'interno del Mausoleo una sostanza biochimica e radioattiva, una nano-sostanza così velenosa che non serve nemmeno avvicinarsi al bersaglio da colpire per ucciderlo, perchè la sostanza velenosa elimina l'obiettivo lentamente ma inesorabilmente nel giro di 6-12 mesi. Avrebbe effetti lenti come il polonio, usato dalle spie russe a Londra contro il «traditore» Alexander Litvinenko.

La televisione nordcoreana ha diffuso ieri un breve filmato con un Kim Jong-un sorridente in piena salute e le immagini finivano con le solite minacce agli imperialisti: «Smaschereremo e distruggeremo senza pietà i terroristi della Cia e i fantocci del Sud, questo complotto è stato un crimine odioso e una dichiarazione di guerra». A Washington, la smentita ufficiale «sulle farneticazioni nordcoreane» è arrivata dalla National Service Agency, che con garbata ironia liquida l'ultima uscita della Corea come un classico caso di «fantasia cinematografica scambiata per realtà» in una delle dittature più imperscrutabili del pianeta».

Un ex alto funzionario della Cia, Bob Baer, ha ironizzato sul fatto che la ricostruzione del presunto attentato al Mausoleo sia in realtà le dinamica dell'omicidio del fratellastro di Kim all'aeroporto di Kuala Lumpur, Kim Jong-nan, fuggito all'estero. E che del congiunto, quando si dice la coincidenza, non parlava con amore fraterno.

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