L'abbraccio tra i due Papi «Abbandonate ogni timore»

Francesco apre la Porta Santa alle 11.12, Ratzinger il secondo a entrare Perdono e misericordia al centro dell'omelia. In piazza 50mila fedeli

Roma Ore 11.12. Papa Francesco resta in silenzio, alcuni minuti, davanti alla Porta Santa, dopo aver pronunciato la solenne frase «Apritemi le porte della giustizia». Poi con decisione e fermezza pone le mani sul portone in bronzo realizzato da Vico Consorti e spalanca la porta del Giubileo, accolto da un lungo applauso della piazza.Era dal 2000 che la porta santa non veniva aperta. Papa Giovanni Paolo II appariva già stanco e affaticato. Da allora molte cose sono cambiate. Quello che si è aperto ieri è un Giubileo straordinario, è il primo di due Papi, il primo caratterizzato da uno stile di sobrietà, da misure di sicurezza eccezionali e dall'ombra dell'Isis. Ma è anche il primo Giubileo dell'era social: proprio mentre Bergoglio si appresta ad aprire la Porta Santa, dal suo profilo parte un tweet: «Che il Giubileo della Misericordia porti a tutti la bontà e la tenerezza di Dio». Tanti anche i selfie dei fedeli che non rinunciano ad immortalare l'istante in cui varcano il portone. In prima fila anche il capo dello Stato Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi.È in questo scenario che Bergoglio apre il suo primo anno santo straordinario. Il primo pellegrino a oltrepassare la porta, dopo Francesco, è il Papa emerito. Lui, Ratzinger, attende in disparte, discretamente, per non rubare la scena al suo successore. Lo attende nell'atrio della Basilica di San Pietro, su una poltroncina davanti alla porta santa. Appena arrivato, Bergoglio gli va incontro, abbracciandolo. Poi, durante il rito dell'apertura della porta, Ratzinger rimane distante qualche metro, in silenzio, in ascolto, in contemplazione.Bergoglio indossa un sobrio piviale (una sorta di mantello), bianco e senza tanti fronzoli. Anche la mitra (il copricapo) è quello che utilizza abitualmente. Diversa l'immagine di Papa Wojtyla nel 2000, con indosso una mantella coloratissima, dorata e fastosa, da qualcuno scherzosamente soprannominata la «caramella». «Abbandoniamo ogni forma di paura e timore dice Francesco perché non si addice a chi è amato; viviamo piuttosto la gioia dell'incontro con la grazia che tutto trasforma. Questo Anno Santo straordinario è dono di grazia. Entrare per quella Porta prosegue Bergoglio significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro». Il Pontefice ricorda i 50 anni dal Concilio. «Oggi varcando la Porta Santa vogliamo anche ricordare un'altra porta che i Padri del Concilio Vaticano II spalancarono verso il mondo». Perdono e misericordia sono i temi centrali dell'omelia di Papa Francesco. «Quanto torto viene fatto a Dio quando si afferma che i peccati sono puniti dal suo giudizio». La giornata per i pellegrini inizia presto. I varchi a piazza San Pietro aprono alle 6.30. L'area è presidiata dalle forze dell'ordine; le misure di sicurezza sono accuratissime. Controlli, metal detector e lunghe file. «Volete la sicurezza, eccola!», scherza un prelato di curia. Ma non è il pienone che si attendeva. Alla cerimonia partecipano circa 50mila fedeli (la sala stampa della Santa Sede parla di 70mila pellegrini). Forse gli eccessivi controlli di sicurezza, forse la paura, hanno scoraggiato. All'Angelus, Bergoglio affida alla Madonna «la chiesa e l'intera umanità». «Non abbiamo paura esorta ancora lasciamoci abbracciare dalla misericordia di Dio che ci aspetta e perdona tutto». Infine, chiede un lungo applauso per il suo predecessore: «Oggi ha varcato la Porta della Misericordia anche Papa Benedetto XVI.

Inviamo da qui un saluto, tutti, a Papa Benedetto!». La giornata si chiude con lo spettacolo di luci Fiat Lux: una carrellata di immagini di alcuni celebri fotografi del mondo riprodotte sulla facciata del Cupolone. Chissà se il Papa ha gradito cotanto sfarzo.

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