Il concorsone frettoloso ha partorito un «aiutino» cieco per gli aspiranti navigator: un «6 politico» elargito a pioggia.
Per capire bisogna ripercorrere l'iter: nonostante solo un terzo degli ammessi si sia presentato alle selezioni presso la Fiera di Roma dal 18 al 20 giugno, i 2.980 posti presso i centri per l'impiego, ripartiti in quantità diversa per ogni provincia, sono stati coperti tutti. Tranne due ad Alessandria, che saranno assegnati a candidati di province limitrofe. Un esito positivo che alla vigilia appariva improbabile, vista la bassa partecipazione e lo «sbarramento» minimo di 60 punti (su 100 quiz) richiesto per essere «idonei» a fare il navigator.
A quanto pare la sorte è stata benevola con gli organizzatori. E ci si è messa pure la cabala. Perché, a ben guardare, sono tante le coincidenze fortunate. Innanzitutto il numero degli idonei. Su oltre 19mila partecipanti, hanno superato la soglia dei 60 punti in 5.960 che, calcolatrice alla mano, fa esattamente due idonei per ogni posto disponibile. Primo miracolo della statistica.
La metà degli idonei avrà il posto, l'altra metà resterà in panchina. Ma c'è un secondo miracolo: è la coincidenza del totale degli idonei con il numero di navigator che il ministro del Lavoro Luigi Di Maio annunciò di voler assumere: 6.000. Poi dovette scendere a patti con le Regioni che si opponevano all'imbarcata di precari e dimezzarli a 3.000. Per cui Di Maio potrebbe ora premere sulle Regioni perché assumano i 3.000 idonei rimasti senza posto.
Ma la vera sorpresa è arrivata quando i candidati hanno verificato via web i risultati delle proprie prove. In molti, sui canali social, hanno fatto notare, sorpresi, di avere ricevuto un voto più alto rispetto ai conti basati sulle regole concorsuali. Che, in tema di punteggi, erano piuttosto semplici: 1 punto per ogni risposta azzeccata, 0 per ogni risposta lasciata in bianco, meno 0,4 per ogni risposta sbagliata o multipla. Esempio: chi avesse dato 60 rispose esatte e 10 sbagliate, lasciando in bianco le rimanenti, avrebbe dovuto ritrovarsi «non idoneo» con soli 56 punti (ottenuti sottraendo alle 60 domande giuste 0,4 punti per ognuna delle dieci sbagliate). E invece, l'Anpal ha applicato uno strano algoritmo che, al valore basato su risposte giuste e sbagliate, aggiunge 40, moltiplica per 100 e divide per 140. Ufficialmente l'algoritmo serve a «normalizzare i risultati». Di fatto, finisce con l'alzare il «voto» finale a tutti i candidati. «Ho dato 55 risposte esatte e 24 sbagliate - scriveva su Facebook una candidata - come mai il mio voto finale è 61?». La risposta è nel generoso algoritmo, che ha elargito a molti un «6 politico».
Perché? Si può ipotizzare che gli idonei non fossero abbastanza e così si sia ottenuto il numero desiderato. Una manipolazione, ma difficile che qualcuno faccia ricorso per un voto aumentato. Il pasticcio però c'è. Ed è figlio della fretta.
Il reddito è già erogato ma la struttura che doveva trovare un lavoro ai percettori e tenerli «lontani dal divano» ancora no. Intanto le Regioni hanno bocciato una bozza della convenzione per mettere al lavoro i navigator. Oggi un nuovo vertice. Ma si avanza da un pasticcio all'altro.Twitter: giuseppemarino_
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