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L'allarme di Crosetto: "Contro la Meloni si muoverà la magistratura"

Il co-fondatore di Fratelli d'Italia avverte: "Prima si parte con le accuse di fascismo, poi arriva la magistratura. Si vince perché si distrugge l'avversario..."

L'allarme di Crosetto: "Contro la Meloni si muoverà la magistratura"

Le elezioni amministrative di domenica scorsa hanno restituito un risultato a vantaggio del centrodestra, con Fratelli d'Italia che ha proseguito il suo percorso di crescita anche sui territori. Ed ecco che è partito puntuale il coro anti-Meloni da parte della sinistra, che ha cacciato ancora una volta lo spauracchio dell'estremismo e del fascismo per provare a terrorizzare gli elettori. Ma questo è solo un piccolo assaggio di tutto ciò che avverrà nei prossimi mesi, a ridosso delle elezioni politiche del 2023.

L'avvertimento di Crosetto

A lanciare un allarme in tal senso è stato Guido Crosetto, secondo cui tutto ciò non è altro che una serie di primi passi in vista delle consultazioni nazionali che dovrebbero tenersi il prossimo anno. Il co-fondatore di Fratelli d'Italia, intervistato da La Stampa, ha denunciato la presenza di un metodo ben dettagliato con il quale si fa politica e alla fine si vincono le elezioni: "Prima si parte con le accuse di fascismo e o di conflitto di interesse. E poi parte la magistratura".

Il sospetto è che possa accadere anche con FdI. D'altronde la sinistra in passato ha già demonizzato prima Silvio Berlusconi e poi Matteo Salvini, e ora si prepara a fare altrettanto con Giorgia Meloni. Si tratta di un modo di agire che di certo non restituisce dignità alla politica, perché in effetti tende a evitare di avviare un sano dibattito nel merito delle questioni. "È un metodo che costringe la politica a non migliorarsi: io vinco perché distruggo l'avversario", ha fatto notare Crosetto.

Le mosse contro il centrodestra

Al fronte rosso sono bastati i risultati deludenti delle elezioni nelle città per sfoderare l'ombra della xenofobia e dell'intolleranza. E via così con il solito mantra: la sinistra attacca etichette agli avversari, portandoli a giustificarsi su delle posizioni senza però che si affrontino in profondità le motivazioni delle importanti tematiche politiche. Un trucchetto a cui, stando ai risultati delle elezioni amministrative, gli elettori non hanno abboccato.

Per chi non lo avesse ancora capito, sono già iniziate le manovre per non far governare il centrodestra. Dopo il voto di domenica scorsa c'è da aspettarsi una mole enorme di sgambetti dalla sinistra, che cercherà di mettere il bastone tra le ruote del centrodestra (che però resta saldamente la coalizione verso cui gli italiani nutrono maggiore fiducia).

Il fronte rosso farebbe bene a guardare in casa propria, visto che i problemi sono abbondanti. Enrico Letta vuole un fronte largo per inglobare tutte le anime progressiste in un unico calderone. L'obiettivo: arginare l'avanzata del centrodestra ed evitarne la vittoria. La maxi ammucchiata però è complicata: i veti reciproci tra Giuseppe Conte, Matteo Renzi e Carlo Calenda stanno complicando tutto.

Al Partito democratico non rimarranno che le patenti.

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