Cancellato il ricevimento nei giardini, non sono tempi. Cancellato pure l'invito a Sergeij Razov: l'ambasciatore russo, che nelle settimane scorse ha visto Matteo Salvini per organizzare il blitz a Mosca, è il grande assente al concerto al Quirinale per il corpo diplomatico. La posizione di Roma, spiega Sergio Mattarella, è ferma: «L'Italia ripudia la guerra come strumento per risolvere le controversie. L'aggressione all'Ucraina sta provocando morte e distruzioni, le truppe occupanti devono ritirarsi». Quanto all'iniziativa di Salvini, o ai contorcimenti di Conte sulla fornitura di armi a Kiev, il capo dello Stato si limita a ricordare i doveri di un'alleanza di governo in questi momenti difficili, tra Covid, conflitto, crisi energetica ed economica: attenzione, avverte, qui può saltare il Recovery Fund. E quindi, scrive nel messaggio ai prefetti per il 2 Giugno, basta con i giochetti di corto respiro, piantateli con gli smarcamenti propagandistici, smettetela di creare ostacoli a Mario Draghi perché adesso «bisogna completare le riforme per non dissipare le risorse del Pnrr».
Soldi, tanti soldi, più di duecento miliardi di euro che ci servono come il pane «nel processo di rinnovamento e sviluppo della società e delle istituzioni» e che non possono sfumare per i ritardi e le divisioni sul catasto, sugli ombrelloni e sulla giustizia. Al lavoro dunque, per cercare di costruire un Paese più moderno. «È fondamentale non dissipare le opportunità offerte dall'afflusso dei finanziamenti dell'Unione europea. Le riforme previste possono incidere positivamente e in moto duraturo sulla vita dei cittadini». Giusto, sacrosanto, il dibattito politico, ora però deve prevalere l'interesse nazionale. «La celebrazione della festa della Repubblica - sostiene Mattarella - possa costituire per gli italiani una rinnovata occasione di riflessione sui valori della Costituzione. Abbiamo edificato un riferimento sicuro su cui realizzare una nuova comunità, un programma esigente all'insegna della pace, della libertà e della solidarietà sociale».
Concetti ripetuti in serata al corpo diplomatico. Razov non c'è, vuota nel Salone dei Corazzieri pure la sedia dei bielorussi. «Il viaggio di Salvini non c'entra - spiegano dal Colle - è stata solo seguita la direttiva della Commissione europea, mancano pure gli ucraini». Ma come la pensi sull'argomento, è lo stesso Mattarella a chiarirlo: «L'aggressione all'Ucraina da parte della Federazione Russa pone in discussone i principi della convivenza pacifica. La guerra in corso ha effetti globali, intercetta e fa retrocedere il progresso della condizione umana». Un salto nel buio, un ritorno al passato. «Accanto alle vittime e alle devastazioni, vediamo pesantemente messi in discussione risultati raggiunti con fatica negli ultimi decenni, si riverbera sulla sicurezza alimentare, sule relazioni economiche e commerciali, sul clima». Ma di più. «Sembra l'avverarsi di scenari che vedono l'umanità protagonista della propria rovina».
Eppure anche in questo quadro bisogna inseguire la pace. L'Italia, dice il presidente «cerca una via di uscita» perché «l'incancrenirsi delle contrapposizioni accresce i serbatoi dell'odio».
Non una pace
qualsiasi. «Con lucidità e con coraggio occorre porre fine all'insensatezza della guerra, superando ogni egoismo, ogni volontà di sopraffazione. Bisogna ripristinare una rinnovata legalità internazionale». Mosca deve cedere.
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