Coronavirus

L'Angelus va in streaming: la finestra del Papa è vuota

L'ultima volta che un Pontefice dovette rinunciare alla messa fu nell'81 quando spararono a Wojtyla

L'Angelus va in streaming: la finestra del Papa è vuota

L'unica volta era successo nel 1981 dopo l'attentato subìto da Papa Wojtyla: il Pontefice recitò l'Angelus alla radio e non affacciato sulla piazza San Pietro.

Accade oggi, ai tempi del coronavirus, quando anche la Santa Sede è costretta a prendere provvedimenti restrittivi per evitare assembramenti e il propagarsi del contagio. La decisione era già nell'aria ma solamente ieri è diventata ufficiale, dopo che anche in Vaticano si è verificato un caso di positività da Covid-19.

«La preghiera dell'Angelus del Santo Padre di domenica 8 marzo avverrà dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico e non in piazza, dalla finestra si legge in una nota diffusa dalla sala stampa della Santa Sede -. La preghiera sarà trasmessa in diretta streaming da Vatican News e sugli schermi in piazza San Pietro e distribuita da Vatican Media ai media che ne faranno richiesta, in modo da consentire la partecipazione dei fedeli». Un provvedimento che riguarderà anche l'udienza generale di mercoledì 11 marzo.

Scelte, continua la sala stampa, che «si rendono necessarie per evitare rischi di diffusione del Covid-19 dovuti ad assembramenti nel corso dei controlli di sicurezza per l'accesso alla piazza, come richiesto anche dalle autorità italiane. In ottemperanza a quanto stabilito dalla Direzione Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, fino a domenica 15 marzo sarà sospesa la partecipazione dei fedeli ospiti alle Messe a Santa Marta. Il Santo Padre celebrerà privatamente l'Eucarestia».

Intanto, contrariamente a quanto diffuso nei giorni scorsi, in Vaticano resta un solo caso di positività al coronavirus. Un'altra persona controllata - quella per cui due giorni fa erano stati temporaneamente chiusi e sanificati uffici della Segreteria di Stato è risultata invece negativa.

Tuttavia, in seguito al primo caso positivo, che riguarda uno dei partecipanti agli eventi promossi nell'Aula Nuova del Sinodo e nell'Auditorium della Conciliazione il 26-27-28 febbraio dalla Pontificia Accademia per la Vita, altre persone sono state poste in quarantena.

Ieri Papa Francesco ha telefonato al vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, esprimendo il suo affetto e la sua solidarietà alla città fortemente colpita dal contagio. «Il Papa si è informato sulla situazione, invitando alla preghiera e alla responsabilità, con parole colme di fede, paterne e rincuoranti.

Lo ringraziamo dal profondo del cuore ha riferito il vescovo in una lettera ai fedeli - e preghiamo per Lui, come per noi tutti, specie per i fratelli e le sorelle della zona rossa, per i malati e tutti quanti li assistono, nella vicinanza ai familiari, che hanno congiunti infermi o hanno perduto persone care».

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