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L'Antitrust smaschera l'auto elettrica

Imposto a due società di togliere il bollino 100% green. Il caso crea un precedente

L'Antitrust smaschera l'auto elettrica
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«Zero emissioni», «impatto zero sull'ambiente», «100% eco» e via di seguito. Da tempo il pubblico è sottoposto a un vero «bombardamento green» di messaggi e spot che esaltano i benefici ecologici di determinati prodotti. Tutte campagne realizzate sull'onda di una politica europea, fortemente influenzata dall'ideologia, che negli ultimi anni ha fatto del tema ambiente il suo cavallo di battaglia. Peccato che negli spot si è per lo più fatto di tutta l'erba un fascio. Ecco, allora, i cosiddetti green claims utilizzati nella vendita dei veicoli elettrici, nel caso specifico per la mobilità cittadina - con Xev Yoyo e Microlino - finire nel mirino dell'Antitrust. Risultato: l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha concluso positivamente una moral suasion nei confronti delle società Campello e Microlino Italia che hanno dovuto rimuovere i profili di possibile scorrettezza su asserzioni e vanti ambientali, appunto i cosiddetti green claims. In pratica, l'attenzione dell'Antitrust si è concentrata sui siti che reclamizzano le due microcar con messaggi riguardanti l'assenza di emissioni o di impatto sull'ambiente o la loro totale eco-sostenibilità.

Il problema, che ora potrebbe creare un precedente di non poco conto e del quale, tra l'altro, si sta discutendo proprio nel più ampio discorso sulle auto elettriche a Bruxelles, è correlato alla mancanza di indicazioni su quale aspetto o fase del ciclo di vita del prodotto si riferiscono le virtù green: produzione del veicolo e delle batterie? Distribuzione? Utilizzo? Smaltimento del mezzo e delle batterie?

Occorre tenere presente, infatti, affinché un veicolo sia indicato come rispettoso dell'ambiente, delle emissioni legate al mix dell'energia elettrica normalmente necessaria per la ricarica delle batterie e all'uso in questione.

Il provvedimento e la conseguente rimozione dei messaggi, considerati fuorvianti, imposta dall'Authority, potrebbe ora allargare il proprio orizzonte e dare il via a una serie di nuove azioni. Del resto, di emissioni (presunte) zero se ne parla da quando l'auto elettrica è stata presa come esempio virtuoso da certa politica, con il beneplacito dei costruttori, fino a essere imposta dal 2035 nell'Ue al posto di quella endotermica.

E anche in questo caso a essere considerate sono state le sole emissioni allo scarico e non l'intero ciclo produttivo che, a monte, non è sicuramente a impatto zero. Tema, questo, che proprio in questi giorni è sul tavolo della Commissione Ue pressata affinché riveda le decisioni prese dal precedente esecutivo che, se non modificate radicalmente, rischiano di trascinare nel baratro il settore automotive europeo.

Insomma, gli spot sulle auto elettriche reclamizzano virtù ambientali che, di fatto, non sono verificate nella loro completezza. E tutto parte, ora, dai casi Xev Yoyo e Microlino, due microcar.

Il Codacons, in una nota, ricorda come da tempo denuncia l'abuso da parte delle aziende nell'utilizzo di green claims. «È necessaria - la richiesta del Codacons con riferimento al caso in questione - un'azione rigorosa e severa a protezione degli utenti attraverso interventi decisi e misure più incisive».

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