Un po' ripercorre i passi della Lega che fu, un po' pare fargli il verso. Come Umberto Bossi, infatti, alla fine Matteo Salvini è sceso a più miti consigli e sottoscritto l'ineluttabile alleanza con Silvio Berlusconi. Quella che gli dà la vittoria quasi certa di Luca Zaia in Veneto e allo stesso tempo gli consente di evitare sgradevoli contraccolpi in Lombardia, dove Roberto Maroni è alla guida del Pirellone anche grazie all'appoggio decisivo di Forza Italia.
Alla fine, dunque, Salvini è costretto a cedere. A mettere da parte la cosiddetta «Lega di lotta» per abbracciare quella «di governo», con buona pace dei sostenitori più accesi, quelli che ieri hanno invaso i social network puntando il dito contro «il famigerato patto con Berlusconi». A loro il segretario del Carroccio ha concesso a mo' di premio di consolazione l'ennesimo affondo vetero-giustizialista, buttando lì con fare non propriamente brianzolo che qualche «uccellino da Roma» gli aveva anticipato novità importanti legate all'inchiesta Mafia Capitale. Poco importa che per il momento la profezia non si sia avverata, il punto è il tentativo di rincorrere quella Lega sempre e per forza manettara che caratterizzò gli anni prima del '94, quella che pure in 1992 - la serie tv in onda su Sky - è raccontata attraverso il leghista burbero e un po' becero che approda per la prima volta in Parlamento.
Proprio su quel tasto, infatti, è tornato a battere il Salvini di questi ultimi mesi, quello pronto a spostare la barra del timone tutta a destra, strizzando l'occhio a Marine Le Pen ma continuando a trattare con Berlusconi. Un'intesa, quella siglata mercoledì sera sulle Regionali, che toglie per certi versi il velo d'ipocrisia che fino ad oggi ha coperto la trattativa. Una lunga contrattazione della quale Salvini nulla voleva far sapere: dai faccia a faccia - che pure ci sono più volte stati - con Berlusconi fino ai termini di un accordo così studiato nel dettaglio da prevedere che la Lega non presenti una sua lista in Campania per evitare di intralciare la corsa alla riconferma dell'azzurro Stefano Caldoro.
Un passaggio - quello dell'intesa tra Lega e Forza Italia - in qualche modo imprescindibile per un Salvini che vuole aspirare a ritagliarsi un ruolo davvero nazionale.
Certo, per capirne la portata c'è da vedere cosa ne sarà del centrodestra dopo le Regionali. Soprattutto se, come sembra, Berlusconi è intenzionato ad usare questa tornata elettorale per fare pulizia dentro Forza Italia e resettarla completamente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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