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L'Arabia spende 30 milioni per re-islamizzare la Sicilia

Il governo saudita vuole restaurare moschee e monumenti antichi e fare della provincia di Enna un'enclave musulmana. Che diventi un simbolo

L'Arabia spende 30 milioni per re-islamizzare la Sicilia

Gli arabi all'assalto della Sicilia. Non è l'ennesimo sbarco di disperati in fuga, siamo lontani dal mare. Piuttosto, si tratta di un piano di reconquista. La reconquista di una zona in cui per due secoli l'Islam ha regnato e della quale ora il mondo arabo vuole riappropriarsi. Una zona che sta lì, nel centro della Sicilia, in quel fazzoletto di chilometri dell'area di Enna in cui ci sono alcuni tesori artistici più importanti dell'isola, dalla villa romana di Piazza Armerina all'area archeologica di Morgantina, con la sua Venere. E l'arma degli arabi è quella che non fallisce: i soldi, tanti soldi. Il governo dell'Arabia Saudita è infatti pronto a sborsare ben 30 milioni di euro per recuperare monumenti, ex moschee, insomma tutto quello che testimonia il radicamento della cultura islamica in Sicilia, che in quell'area, tra Aidone, Valguarnera e Piazza Armerina, fu viva nei secoli scorsi. Obiettivo: ridare lustro all'enclave che fu. E farne un importante polo turistico.

A firmare il protocollo d'intesa che costituisce il primo passo del nascente insediamento islamico al centro della Sicilia è stato qualche giorno fa Vincenzo Lacchiana (Pd), da due anni sindaco di Aidone, piccolo comune in provincia di Enna campione, è lui stesso a raccontarlo al Giornale, di accoglienza profughi, visto che su poco meno di 5mila abitanti i rifugiati arrivati via mare e accolti stabilmente sono circa 120. In rappresentanza del governo saudita e del principe Sultan bin Salman Bin Abdulaziz Al Saud in Sicilia è arrivato il segretario generale della Suprema commissione saudita per il turismo e le antichità, Ahmed Saeed Badrais. L'impegno economico preso è consistente: 30 milioni di euro (o di dollari, su questo anche il sindaco non ha le idee chiarissime «ma non importa, è lo stesso», dice) per la costituzione del King Salman Cultural and Architectural Islamic Arabic center, polo culturale «ma anche universitario, hanno tante idee», aggiunge ancora il sindaco «è un'opportunità unica per tutto il territorio».

Galeotta è stata Expo, dove Aidone ha portato i suoi Acroliti (frammenti marmorei appartenenti a statue con le estremità in marmo innestate su legno) che insieme alla celebre Venere di Morgantina - preziosa dea in marmo del V secolo a.C. trafugata durante uno scavo clandestino, finita negli Usa restituita qualche anno fa dal Paul Getty Museum costituiscono i gioielli del museo di Aidone. «Il primo contatto racconta Lacchiana è stato Expo. L'Arabia Saudita aveva già un progetto di valorizzazione della storia araba in Sicilia. E Aidone, fondata intorno all'anno 1000, ha ancora tante testimonianze, moschee trasformate in chiese, minareti tuttora riconoscibili. Ci sono pure molte testimonianze linguistiche, lo stesso nome della città, Aidone, in arabo vuol dire fonte». Da Expo all'intesa il passo è stato breve. La delegazione saudita questa settimana è arrivata in Sicilia per una visita, e due giorni fa il protocollo è stato siglato. «Gli brillavano gli occhi - dice ancora il sindaco - c'era già un forte interesse, che si è rinvigorito con la visita. Li ha incantati il castello dei Gresti, che ora il Comune cercherà di acquisire». Il castello arabo normanno ormai è ridotto a un rudere. Eppure si staglia imponente. Quasi un fortino. Ma il sindaco di Aidone non teme affatto l'assalto degli arabi, anzi. «Hanno molte idee, a parte i restauri vogliono anche creare una sorta di polo universitario. E con quelli che stanno qui stiamo benissimo, c'è un rapporto armonico». Insomma, gli islamici si preparano all'assalto.

E la Sicilia è già conquistata.

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