Feltri più pericoloso dell'imam della moschea di Torino, quello espulso dal Viminale perché ritenuto una "minaccia concreta, attuale e grave per la sicurezza dello Stato". È la sorprendente tesi dell'avvocato Alberto Guariso, uno dei legali dell'Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione (Asgi) che ha denunciato il direttore editoriale del Giornale per le frasi sui musulmani dette in radio alla Zanzara, ottenendo dal giudice una condanna per "molestia discriminatoria" nei confronti degli islamici. "È una vittoria importante - esulta l'avvocato sulle pagine torinesi del Corriere -, non solo simbolica, ma che richiede un risarcimento alto (20mila euro, ndr) e quindi dal carattere molto dissuasivo anche per i casi che potrebbero registrarsi in futuro". Insomma una pena esemplare come avvertimento per chi in futuro pensasse di poter prendere di mira i musulmani impunemente.
I soldi del risarcimento, spiega Guariso, verranno usati dall'associazione per organizzare corsi contro il razzismo e per finanziare altre azioni legali a difesa degli immigrati. "Nessuno dice che non si possa dare un giudizio sulla politica migratoria, ma non si devono mai usare toni aggressivi o un linguaggio che inciti e diffondi l'odio". Quindi, vanno condannate anche le parole dell'imam Mohamed Shahin (foto), che durante una manifestazione pro Palestina disse di essere "d'accordo" con la strage del 7 ottobre e che "non fu violenza, ma una reazione ad anni di occupazione"? Macché, secondo gli avvocati pro Pal quelle non sono parole che incitano all'odio e l'imam è una sorta di pacifico uomo di religione con le sue legittime opinioni circa il conflitto tra Hamas e Israele. Altro che espellerlo, secondo l'avvocato l'imam andrebbe sostenuto e incoraggiato. Nel caso di Shanin, dice infatti il legale della Asgi, "si dovrebbe proteggere la libertà d'espressione, perché non si registra, a nostro avviso, nessun incitamento all'odio o alla violenza. In Italia in questo momento esiste un problema: chiunque dica qualcosa contro Israele viene considerato antisemita o addirittura un fiancheggiatore di Hamas. Ci vuole equilibrio. Noi speriamo che venga liberato e ci batteremo anche per questo". Shahin attualmente è nel Cpr Caltanissetta in attesa dell'espulsione verso l'Egitto.
Secondo le autorità di polizia l'imam avrebbe "intrapreso un percorso di radicalizzazione religiosa connotata da una spiccata ideologia antisemita", risulta poi "in contatto con soggetti noti per la visione violenta dell'Islam" e sarebbe "un esponente della Fratellanza Musulmana in Italia". Il Viminale ritiene che Shahin "agevoli in vario modo organizzazioni o attività terroristiche", già nel novembre del 2023 gli fu negata la cittadinanza italiana per "ragioni di sicurezza dello Stato". Dopo il decreto di espulsione firmato da Piantedosi, è diventato un simbolo della battaglia antagonista pro Pal. Il grido "Free Shahin" echeggia nei cortei più violenti, compresi quelli che hanno assaltato la Stampa di Torino.
I centri sociali si sono mobilitati a sostegno dell'imam, con presidi, blitz e appelli. Con loro non ci sono solo partiti come Avs, attivisti ma anche avvocati di prim'ordine come quelli dell'Asgi, pronti a fare causa e chiedere risarcimenti sostanziosi a chi "molesta" gli islamici.