Politica

L'aut-aut di Johnson Elezioni il 14 ottobre

Il premier esclude le urne ma avverte i ribelli: «Se votate contro, una sola via»

Erica Orsini

Londra Boris Johnson promette nuove elezioni a ottobre se i parlamentari bloccheranno la Brexit senza accordo. Lo ha fatto capire ieri sera, dopo aver convocato una riunione di gabinetto non pianificata che è durata più di due ore. Mercoledì il Parlamento riapre per una settimana e un nutrito numero di deputati conservatori si stanno accordando con i laburisti e i liberaldemocratici per votare una legge che escluda il no deal. Il Premier però non ha alcuna intenzione di lasciarli fare e dopo aver deciso di sospendere il Parlamento per cinque settimane, adesso è pronto a riportare il Paese alle urne prima del tempo piuttosto di ritardare l'uscita dall'Unione Europea. «Non voglio nuove elezioni ha detto il primo ministro parlando di fronte all'ingresso del numero 10 di Downing Street ma bloccare l'uscita senza accordo porterebbe all'ennesimo inutile ritardo nella Brexit e renderebbe impossibili altre trattative con Bruxelles e il raggiungimento di un nuovo accordo». Secondo indiscrezioni in possesso della Bbc, la Gran Bretagna potrebbe quindi anche tornare a votare il 14 ottobre, due settimane prima della data fissata per la Brexit. «Voglio che sappiate che non chiederò una proroga nella data fissata per l'uscita ha aggiunto Johnson mentre una folla di manifestanti rumoreggiava all'ingresso sono certo che raggiungeremo un nuovo accordo nel nuovo summit in ottobre. Un accordo che il Parlamento avrà tutto il tempo di discutere. Nel frattempo lasciate che i negoziatori lavorino». Intanto un gruppo trasversale di deputati è pronto già oggi a chiedere di approvare una legislazione che costringa il primo ministro a richiedere una proroga della Brexit fino a gennaio 2020, a meno che il Parlamento non abbia approvato un nuovo accordo o abbia votato a favore di un'uscita senza accordo entro 19 ottobre. I dissidenti dei Tory pronti a votare la legge sono stati minacciati da Johnson di venir espulsi dal partito, ma molti di loro, tra cui personaggi importanti come l'ex ministro alla Giustizia David Gauke sono decisi a tener duro e ad andare avanti «nell'interesse nazionale».

«Johnson è veramente il Trump inglese ha twittato ieri l'ex deputato conservatore Nick Boles, dimessosi dal partito in aprile proprio perché in contrasto con il partito sulla Brexit non c'è istituzione o accordo internazionale che non sia disposto a sacrificare per raggiungere il no deal. Sta trasformando i Conservatori e il Partito Unionista nel Partito Nazionalista inglese. Dev'essere fermato». Secondo il calendario, le prossime elezioni dovrebbero aver luogo nel 2022.

Se vuole anticiparle a questo autunno, il premier Johnson dovrà avere il sostegno di due terzi del Parlamento.

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