L'autoriciclaggio fa litigare Pd e Ncd

RomaNon sono affatto rientrati i malumori del Ncd sull'ultima modifica del testo sull'autoriciclaggio, che introduce la punibilità anche per l'autoconsumo delle somme e dei beni illeciti.

Mentre Fi preannuncia un'opposizione serrata alla proposta di legge sul rientro dei capitali che prevede il nuovo reato, il partito di Alfano chiede un chiarimento nella maggioranza e prepara un emendamento correttivo. Sarà presentato alla Camera martedì o mercoledì (quando in aula inizierà il voto) con l'obiettivo di cancellare il subemendamento del Pd Pastorino e ritornare alla versione originaria, quella studiata dal ministro Maria Elena Boschi dopo una mediazione con le forze del centrodestra.

«Quell'emendamento - spiega il viceministro della Giustizia Enrico Costa, di Ncd - rappresentava la sintesi del dibattito nella maggioranza e l'avevamo accettato perché evitava di appesantire la norma, malgrado le nostre riserve perché avremmo preferito una soglia di non punibilità per chi utilizzava capitali provenienti da reati puniti sotto i 5 anni. L'obiettivo della legge non è forse quello di colpire gravi atti di criminalità, che alterano il mercato? Così, invece, si crea un moltiplicatore di pena anche per condotte diverse, come il godimento personale di somme illecite. E si rischia l'incostituzionalità. A questo punto, urge un nuovo confronto nella maggioranza. Le leggi nascono in Parlamento».

L'ufficio legislativo del gruppo di Ncd a Montecitorio sta mettendo a punto l'emendamento da presentare all'assemblea, per neutralizzare gli effetti Pastorino, per molti frutto delle pressioni della magistratura. Anche se all'Anm non basta: sabato il presidente Rodolfo Sabelli ha auspicato altre modifiche in parlamento.

L'autoriciclaggio, insomma, si conferma come la pietra dello scandalo che spacca il Pd fra ala garantista e giustizialista, crea divisioni nella maggioranza di governo e incrina fortemente i rapporti tra Matteo Renzi e Fi, sugellati nel patto del Nazareno.

Contro l'attuale formulazione del reato si sono pronunciati gli avvocati. I penalisti dell'Ucpi hanno sottolineato il fatto che si colpirebbe due volte la stessa condotta, contravvenendo al principio di diritto ne bis in idem. E dal congresso forense, conclusosi a Venezia con la partecipazione del Guardasigilli Andrea Orlando, il presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura Nicola Marino, lancia l'allarme: «La normativa sull'antiriciclaggio, conteneva un accettabile equilibrio, che viene alterato negativamente dalle ultime modifiche. Crediamo che non si debba cedere a logiche ciecamente repressive e di retroguardia, figlie di una cultura autoritaria e illiberale».

Tutte obiezioni che i partiti di centrodestra, dentro e fuori la maggioranza, condividono in pieno. Come almeno una parte della sinistra garantista.

Domani pomeriggio, dunque, nell'aula di Montecitorio inizierà, dopo il Def, il confronto e il voto sulla pdl intitolata «Emersione e rientro dei capitali detenuti all'estero e potenziamento della lotta all'evasione fiscale».

E, malgrado la forza schiacciante del Pd alla Camera, sull'autoriciclaggio non sarà facile trovare la quadra.

Il reato di autoriciclaggio si apllica a chi, in seguito a un «delitto non colposo», trasferisca o impieghi denaro, beni o altre attività economiche, in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza

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