Cronache

Lavora allo sportello. Ma lui è sordomuto

L'Asl certifica la disabilità ma vuole che risponda al pubblico

Lavora allo sportello. Ma lui è sordomuto

Intrappolato in un meccanismo folle. È sordomuto ma viene messo allo sportello, quindi a contatto con il pubblico, rendendogli così impossibile lavorare. E non è questo l'aspetto più assurdo ma il fatto che il giovane lavori per la stessa azienda sanitaria che ha diagnosticato la sua disabilità e che poi lo assegna ad un ruolo che non può svolgere. Come appunto ha certificato la stessa struttura sanitaria.

Non è la trama di una commedia grottesca ma la vicenda che vede protagonista un ragazzo affetto da grave ipoacusia bilaterale congenita (sordomutismo). Il giovane è stato assunto dall'Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche Area Vasta 2 (Asur) agganciata all'ospedale di Senigallia. La sua qualifica è quella di «operatore tecnico videoterminalista», attività che svolge presso l'ufficio Protocollo dell'Ospedale di Senigallia. Ovviamente per il dipendente l'impegno al videoterminale non è un problema. Spesso però a causa della carenza di personale viene chiamato a svolgere l'attività di front-office e di relazioni con l'utenza. Evidenti la difficoltà e l'imbarazzo che il giovane deve affrontare. Proprio quella difficoltà che è confermata dal certificato di idoneità rilasciato dalla stessa azienda. Nel documento si evidenzia come il lavoratore debba limitarsi alla mansione di videoterminalista con l'espressa prescrizione di non adibirlo ad attività di frontoffice.

Sempre più a disagio il giovane ha chiesto aiuto all'Unione nazionale consumatori. Del suo caso si sta occupando l'avvocato Corrado Canafoglia, per ottenere che venga spostato in un altro ufficio dove non abbia continua relazione con il pubblico. «Siamo di fronte ad una storia di ordinaria follia - dice l'avvocato- Le mansioni di front-office risultano inadeguate e gravose per il dipendente, visto che il suo deficit gli rende estremamente complessa ogni relazione con il pubblico». Canafoglia chiede venga rispettato «il diritto ad un lavoro dignitoso ed all'inclusione» di una persona disabile. «Può un sordomuto essere addetto ad un front -office e doversi relazionare continuamente con utenti che pongono quesiti e si aspettano risposte?» protesta l'avvocato.

La risposta ovvia dovrebbe essere «no».

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