L'altro Matteo è qui, ad Arezzo, per celebrare il «funerale dei risparmiatori», i 60mila «obbligazionisti subordinati» della Banca popolare dell'Etruria e del Lazio che, dopo il salvataggio dell'istituto di credito da parte del Governo, sono rimasti con il cerino in mano e con le tasche vuote, come i loro omologhi delle altre tre banche salvate dal governo sostanzialmente a spese dei rispamiatori. L'aveva promesso da giorni, il leader leghista. Solo che, nel frattempo, il funerale è diventato meno metaforico, dopo il suicidio del pensionato di Civitavecchia Luigino D'Angelo, disperato per aver visto svanire nel nulla i 110mila euro che aveva investito sottoscrivendo le obbligazioni di Banca Etruria. Così Salvini, davanti alla sede aretina della banca toscana, esordisce chiedendo un minuto di silenzio proprio per la vittima di quello che chiama «un suicidio di Stato», già diventato un simbolo della protesta degli «esodati del risparmio». «È un dovere essere qua», ringhia il leader leghista, aggiungendo che «su questo camioncino ci dovrebbe essere il ministro Boschi», il cui padre per otto mesi è stato vicepresidente di Banca Etruria. Poi Salvini sfida il «nemico» Renzi, invitandolo a «fare una battaglia insieme a Bruxelles», per difendere i risparmiatori «rovinati» di fronte alla Ue. Perché sulle banche, prosegue, «siamo stati cornuti e mazziati dall'Europa, che ci ha estorto 60 miliardi e oggi ci tratta peggio della Grecia». «Non me ne frega niente - insiste il numero uno del Carroccio, rivolto alla folla che è arrivata ad ascoltarlo - se è colpa di Bruxelles o del Governo, il punto è che non ci dovete rimettere voi, obbligazionisti, azionisti, contocorrentisti», perché «non è possibile salvare quattro banchieri, quattro amministratori e condannare alla fame 150mila persone». L'ultimo invito è a rendere pubblico l'elenco dei nomi di chi ha preso soldi dalla banca e non li ha restituiti. «Non vorremmo - prosegue Salvini, che offre l'assistenza legale degli avvocati del Carroccio - che fosse stato finanziato qualche partito politico, non vorremmo che i risparmiatori pagassero i finanziamenti allegri a qualche partito».Per chi lo ascolta, stretto dietro a striscioni e cartelli di protesta, è difficile contenere la rabbia e la frustrazione. C'è l'insegnante che racconta di aver investito tutta la sua liquidazione, 70mila euro, per sottoscrivere obbligazioni subordinate emesse dalla banca toscana. Salvo scoprire che quella «assicurazione per la vecchiaia» è andata in fumo. C'è l'«obbligazionista» arrabbiato che spiega che a chi chiedeva un prestito o un mutuo sarebbe stata richiesta, come condizione, la sottoscrizione di quelle azioni o obbligazioni che oggi sono carta straccia: «Non è giusto che per errori di altri si paghi solo noi, e che ci sia chi ci dipinge come avidi speculatori: quella dei rendimenti alti è una balla, e poi tantissimi di noi non erano al corrente dei rischi».
Le «vittime del Salva-Banche» hanno anche costituito un gruppo Facebook per coordinare azioni e iniziative. Lì, ieri, il giornalista del Sole 24 Ore Nicola Borzi ha annunciato che sabato pubblicherà una email che svela le pressioni dei dirigenti di Banca Etruria «per collocare il bond subordinato 2013/2018»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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