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Il leader del Ppe Weber striglia l'Europa "Navi tedesche a pattugliare il Mediterraneo"

Il presidente del Partito popolare: "Salvare vite non è compito delle Ong"

Il leader del Ppe Weber striglia l'Europa "Navi tedesche a pattugliare il Mediterraneo"

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Il leader del Ppe Weber striglia l'Europa "Navi tedesche a pattugliare il Mediterraneo"

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Dieci sbarchi in poche ore a Lampedusa, con oltre 600 persone arrivate mentre altrettante venivano trasportate in traghetto verso Porto Empedocle per alleggerire l'hotspot dell'isola. Le previsioni dei flussi verso le coste della Sicilia stimano un costante aumento e il rischio che i numeri esplodano con relative conseguenze su strutture e accoglienza. Un quadro difficile gestito ora dal prefetto Valenti, nominato dal governo commissario per l'emergenza. Ma è all'origine delle partenze che l'esecutivo Meloni punta a intervenire con l'aiuto della Commissione Ue. Eppure l'imminente scadenza elettorale delle istituzioni europee non fa ben sperare, nemmeno per il compimento della riforma del Patto Ue per Asilo che avrebbe dovuto cambiare le regole di Dublino, e che è rimasto invece sulla carta, ostaggio dei veti degli Stati membri.

Ieri il presidente del Partito popolare europeo (Ppe), il tedesco Manfred Weber, di fronte ai numeri ha lanciato un richiamo all'Ue e ha proposto che a pattugliare il Mediterraneo per salvare vite umane siano anche navi della polizia federale tedesca. Dalle colonne del Neue Osnabrücker Zeitung, Weber si rivolge a Bruxelles: «Vorrei che l'Europa si assumesse di nuovo insieme la responsabilità, come abbiamo fatto una volta», perché salvare vite umane nel Mediterraneo «è il primo compito degli europei, è degli Stati, non delle organizzazioni non governative», ha sottolineato. E sono anche tedesche diverse delle ong presenti con le loro navi nel Mediterraneo, spesso in aperto contrasto con governo di Roma. Proprio due giorni fa è scattato il fermo amministrativo di 20 giorni da parte della guardia costiera italiana della nave della tedesca Sea-Eye, per non aver rispettato l'ordine di recarsi nel porto assegnato. Un cortocircuito con le parole del rappresentante del Ppe. Per Weber infatti «oltre a sostenere organizzazioni di soccorso come la Sea-Eye noi dovremmo anche inviare navi della Polizia Federale per intraprendere un'operazione congiunta responsabilità come europei». Weber ricorda le oltre 980 persone morte quest'anno nel tentativo della traversata, e la pressione migratoria sul nostro Paese: «È terribile, e ora noi europei torniamo in vacanza sapendo che molte persone muoiono lì. Ma non possiamo dire che chiunque venga in Europa potrà restare - è la linea politica ribadita dal numero uno del Ppe - Coloro che non hanno motivo di essere ammessi dovranno essere respinti e respinti alla frontiera esterna». Dal maggio del 2015 al giugno del 2019, riflette Weber, le navi militari tedesche «hanno partecipato a operazioni di salvataggio nel Mediterraneo nell'ambito della missione navale dell'Unione europea Sophia», nata per contrastare il traffico di esseri umani.

A Lampedusa intanto la Croce rossa italiana ha preso in mano la gestione dell'hotspot, come previsto, dal primo giugno. La struttura era gestita dalla coop Badia Grande di Trapani, che ieri in una nota ha respinto le accuse di mala gestio, soprattutto per il sovraffollamento e sulle conseguenti precarie condizioni di ospitalità: «Il numero di ospiti, ad eccezione di brevi periodi, è stato sempre, nei fatti, dieci volte maggiore.

Numeri importanti ed incontrovertibili - si legge nella nota - In questi mesi la Coop, è stata accusata di incapacità nella gestione o, peggio, di volere speculare sulla vita dei migranti senza voler considerare che, nei fatti, ha dovuto affrontare con mezzi ordinari una situazione straordinaria, di assoluta e conclamata emergenza».

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