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"Il leader Tajani non è in discussione. La Sicilia ora cresce: imprese in aumento"

Il governatore azzurro Renato Schifani: "L’occupazione è salita al 12,6%. Il Ponte? La maggioranza è compatta"

"Il leader Tajani non è in discussione. La Sicilia ora cresce: imprese in aumento"
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Renato Schifani è presidente della Regione Sicilia da ottobre 2002 e per lui è ora di tirare le somme. Con orgoglio.

Governatore, l'isola cambia passo, quali dati concreti lo dimostrano?

"I dati raccontano una Sicilia diversa dagli stereotipi: un'Isola in movimento, che cresce più della media nazionale. Il Pil ha registrato aumenti a doppia cifra e l'occupazione è salita del 12,6%, con oltre 170mila nuovi posti di lavoro. Sono nate più di 60mila nuove imprese e gli investimenti aumentati grazie alla semplificazione delle procedure autorizzative che abbiamo introdotto. Anche l'export segna risultati record come dice la Cgia di Mestre. Una dinamica positiva confermata anche da Bankitalia, Istat, Svimez e Confartigianato".

Come siete riusciti nel risanamento finanziario?

"Al nostro insediamento c'era un disavanzo di 4 miliardi, oggi quel buco è stato azzerato e c'è un avanzo di oltre 2 miliardi. Siamo così passati da politiche di emergenza a politiche espansive. Le entrate tributarie sono cresciute del 30%, dai 12 miliardi del 2022 a 15,7 miliardi dello scorso anno, risorse utilizzate anche per sostenere i consumi delle famiglie e rafforzare la crescita".

Il miglioramento del rating da parte delle principali agenzie internazionali certifica il cambiamento

"Sì, la Sicilia è tornata affidabile, credibile e capace di programmare. Un segnale forte per investitori e governo nazionale. Oggi la Sicilia non è più vista come un problema, ma come una risorsa per la ripresa del Paese".

È appena iniziata la discussione della finanziaria nell'aula dell'assemblea regionale:che cosa c'è di importante?

"La manovra è fortemente espansiva, costruita proprio grazie al risanamento dei conti. Prevede oltre 200 milioni destinati a favorire nuova occupazione, in particolare attraverso la decontribuzione per chi assume. È una scelta politica chiara: usare le risorse per creare lavoro stabile e di qualità".

Contiene anche Sicily working: di che si tratta?

"È una misura innovativa a cui tengo molto. Nasce da un'idea semplice ma ambiziosa: consentire ai nostri giovani di lavorare per grandi aziende, anche nazionali e internazionali, restando in Sicilia. Incentiviamo il lavoro da remoto e le imprese che scelgono di assumere qui, contrastando la fuga dei talenti e valorizzando le competenze siciliane".

Com'è il rapporto della Regione con lo Stato centrale?

"È cambiato perché abbiamo scelto il dialogo istituzionale e la responsabilità. Abbiamo raggiunto accordi fondamentali: dalla riduzione della compartecipazione alla spesa sanitaria (a regime 600 milioni all'anno), che libera risorse importanti, allo sblocco dei concorsi pubblici fermi da tempo".

Ci spieghi la decisione sui termovalorizzatori.

"L'avvio dell'iter per due termovalorizzatori è una scelta di responsabilità politica: vogliamo chiudere definitivamente l'era delle emergenze, delle discariche sature e dei costi insostenibili per i cittadini".

Nell'isola com'è lo stato di salute degli azzurri?

"Ottimo, i risultati delle Europee 2024 e delle Provinciali 2025 lo dimostrano. Fi in Sicilia cresce e si radica sempre di più: il 23% alle Europee e il primato in diverse province confermano un consenso storico. È il frutto di un partito unito, del lavoro sui territori e di un'azione di governo credibile".

Che cosa pensa del convegno a Roma in cui il governatore calabrese Roberto Occhiuto sembra voler testare la possibilità di una sua corrente, malgrado le smentite?

"In Fi non esistono correnti e la leadership di Tajani non è in discussione. Ha guidato il partito in un momento difficile, dopo la scomparsa di Berlusconi, riuscendo a rafforzarlo grazie al lavoro dei territori. Occhiuto, di cui ho avuto modo di apprezzarne le qualità di amministratore serio ed efficace, offre un contributo di idee al nostro progetto di stampo liberale e berlusconiano".

Il futuro del Ponte è più incerto dopo le correzioni alla manovra?

"Tutta la maggioranza è compatta sul Ponte,

un'idea che risale a Berlusconi, un'infrastruttura strategica per lo sviluppo del Mezzogiorno, alla quale la mia regione, come la Calabria, sta offrendo il proprio contributo: abbiamo infatti stanziato 1,3 miliardi del Fsc".

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