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"L'ecoansia una narrazione assurda. Ultima Generazione? Deve studiare"

Il manager ex deputato Ds: «Il riscaldamento globale non si risolve solo in Europa e solo con le rinnovabili. Serve la ricerca»

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Chicco Testa, ex presidente dell'Enel, e prima ancora di Legambiente, e deputato di Pci e Pds, smonta le bufale dei massimalisti del clima. E invita i ragazzi di «Ultima gernazione» ad approfondire in maniera scientifica e certosina le questioni di cui poi vanno a dibattere in televisione. Da Testa, che proviene da sinistra, forse qualcuno si aspetterebbe altri toni e altre argomentazioni. Ma i catastrofisti del clima dovranno rassegnarsi al buon senso e alle fondamenta scientifiche delle idea di Testa

«Prima di tutto, voglio fare una premessa. Altrimenti ci prendono per negazionisti».

Dica pure.

«Il riscaldamento globale è una cosa seria. Le cui cause sono, con ogni probabilità, legate all'attività umana. Dico probabilmente perché la scienza del clima non è una scienza esatta come la meccanica newtoniana. E perché esistono illustrissimi scienziati, diversi premi Nobel della Fisica per esempio, che hanno dei dubbi. Dunque è bene che il dibattito continui».

La moda estiva dell'eco-ansia è giustificata?

«Guardi, io sono un ottimista. Almeno lo sono tendenzialmente. Poi conosco anche la necessità che nel mondo vi sia il pessimismo. Sto leggendo una biografia di Oppenheimer, a proposito. Pessimismo e ottimismo hanno funzioni importanti nella nostra storia. Lui pensava che la bomba atomica fosse utile per vincere contro i tedeschi. Poi è stato invaso dal pessimismo per i destini dell'umanità».

Quindi?

«Quindi l'eco-ansia è il frutto di una narrazione, a cui voi giornalisti contribuite, assurda. Sì, il problema esiste ma abbiamo gli strumenti per affrontarli. Tutto qua».

Lei dice che Cina e India continueranno a produrre energia con questa intensità. Un po' come vogliono.

«Non come vogliono. Come devono per uscire dal loro stato di povertà. Proprio come abbiamo fatto noi prima di loro. Si pensa che il problema delle emissioni sia risolvibile solo in Europa e solo con le rinnovabili. Risposte entrambe troppo parziali. Servono accordi internazionali fortissimi e aiuti pratici a Paesi enormi come l'India e alle nazioni africane per uscire dallo stato di povertà».

Ma non c'è un disequilibro tra quello che chiede l'Ue ai suoi cittadini e quello che succede altrove? Si dice sempre alla Thunberg di recarsi in Cina.

«Sì, ha ragione. Ma queste sono battute. Se uno pensasse davvero che quello climatico è il problema maggiore, allora bisognerebbe investire nel progresso tecnologico di quelle nazioni. Cosa che nessuno fa. Andiamo ad investire miliardi in India invece che in pannelli fotovoltaici in Italia? No? Allora siamo dinanzi a una grande ipocrisia».

E le alluvioni in Italia?

«Se c'è un modo di ridurre il dibattito del cambiamento climatico, questo è quello di associarlo a qualsiasi cosa succeda. Ieri al ristorante ho sentito uno che sostiene di aver preso il raffreddore perché, a causa del rialzo delle temperature, ha dovuto accendere il condizionatore. Puro Flaiano».

Dunque?

«Dunque è plausibile che per l'aumento delle temperature, la maggiore energia da scaricare produca eventi atmosferici di maggiore frequenza, con buone probabilità. Premesso che fenomeni atmosferici estremi ci sono sempre stati. Dobbiamo solo organizzarci per affrontarli. Guardi che Ravenna non è stata sommersa d'acqua a maggio perché i nostri nonni hanno costruito i canali. E perché sono arrivati alle idrovore. Oggi ho scritto un pezzo sul granchio blu...».

Che vuol dire?

«Dicono che il granchio blu sia arrivato qua per il rialzo delle temperature. Macchè. Lo hanno portato con le navi. E ora si sta moltiplicando a dismisura perché non trova predatori. Il granchio blu vive nel golfo del Messico, dove l'acqua è molto più calda. Che bisogno avrebbe di venire qua?».

Soluzioni al problema climatico?

«Comunque, così non ce la facciamo. Servono salti tecnologici importanti, e l'elenco è lungo. Abbiamo buttato miliardi di euro in incentivi. Li avessimo usati per la ricerca, sarebbe stato molto meglio».

Cosa si sente di dire ai ragazzi di Ultima Generazione?

«Studiate».

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