Lecornu: "Ora stabilità". La destra: serve una rottura

Il neo premier promette: "Cambiamento". Ma la strada è in salita. Mélenchon: "La sua nomina una provocazione"

Lecornu: "Ora stabilità". La destra: serve una rottura
00:00 00:00

Poco dopo la sua nomina, Sébastien Lecornu annuncia l'intenzione di lavorare per la "stabilità politica e istituzionale" della Francia. Il neo premier 39enne auspica di essere all'altezza delle "aspettative" del popolo francese. "Il presidente mi ha affidato il compito di costruire un governo con una direzione chiara: la difesa della nostra indipendenza e del nostro potere", ha scritto sui social evocando lo spirito di servizio mostrato dall'avvio a tempo di record delle consultazioni con i partiti. Ma nel primo giorno di lavoro a Matignon, in cui ha provato ieri a dar corpo al dialogo già avviato due giorni fa, ha dovuto pure presenziare alla cellula di crisi interministeriale dedicata alla tesissima giornata di mobilitazione.

Giornata iniziata con il passaggio di consegne a Matignon: "Voglio dire al popolo francese che ci riusciremo, che c'è una strada possibile e che porremo fine al divario tra la situazione politica e ciò che i nostri concittadini si aspettano dalla loro vita quotidiana", la promessa. "Cambiamento" evocato. "A volte sarà più creativo, altre più tecnico, più serio, ne avremo bisogno non solo nella forma e non solo nel metodo, ma nella sostanza".

Strada in salita, con i partiti: anche con i Républicains, ricevuti ieri assieme ai macroniani di Renaissance e di Horizons, e finora alleati di fatto della "Macronie". Il neogollista Laurent Wauquiez annuncia che si sta già "battendo" per garantire che "la voce dei repubblicani venga ascoltata" e non che "si limitino a prendere posizione e a difendere le loro idee". Jordan Bardella, da destra, non ancora con invito formale a Matignon, invia un messaggio netto annunciando che "è necessaria una rupture", altrimenti "ci sarà la censura". Il presidente del Rassemblement national afferma che "Lecornu si trova in una posizione molto precaria". Poi aggiunge: "Il presidente della Repubblica, con questa nomina, ha scelto di sfidare la volontà del popolo francese. Credo che questa scelta rafforzi un percorso molto instabile e incerto". Per lui, il premier nominato con mandato di fatto esplorativo dovrà scendere a compromessi. Chiariremo quali sono le nostre linee rosse, ha detto Marine Le Pen, accusando l'Eliseo di aver sparato l'ultima cartuccia del macronismo. Bardella non chiude la porta al dialogo, spiegando che il Rn "giudicherà il premier sui fatti".

Tranchant, la capofila della France Insoumise, Mathilde Panot, che avverte: i parlamentari Lfi "censureranno" Lecornu, ritenendo la nomina "una provocazione" di Macron. I mélenchoniani chiedono che si sottoponga a un voto di fiducia, a cui non è tenuto. E ieri hanno scansato l'invito a partecipare a consultazioni bocciando una sorta di governo di grande coalizione. Sempre a sinistra, il Partito socialista attacca l'Eliseo, che a detta della gauche si ostina a seguire un sentiero non percorribile. Il Ps non chiede lo scioglimento dell'Assemblée, ma "neppure lo temiamo". Il segretario pretende tanto per cominciare che Lecornu si impegni a non ricorrere all'articolo 49,3, la forzatura parlamentare con cui, anche senza voto, Macron ha fatto passare per esempio la riforma delle pensioni.

Il neo premier ha invece instaurato buoni rapporti con i comunisti. Difficile però mettersi d'accordo sulle tasse per la legge di Bilancio. E ieri ha avuto anche una telefonata con la leader dei Verdi Marine Tondelier. Primi sondaggi, ancora poche certezze. Oggi nuovo round.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica