A vedere Matteo Salvini all'indomani dell'approvazione del decreto legge sul green pass, sembra che abbia solo voglia di cambiare argomento, per mettere fine alle critiche sui social e alle tensioni interne alla Lega. Così attacca la ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, sul tema più facile per recuperare consensi tra i leghisti: la politica migratoria. Il segretario leghista, da ex inquilino del Viminale, sa che le decisioni che contano saranno prese in sede europea, ma spostare il conflitto fuori gli serve per cambiare argomento, cercando di fermare chi arriva sui barconi invece di chi programma una vacanza. Il tutto mentre i suoi leghisti si accapigliano proprio sui ristoranti degli alberghi.
«La norma che dovrebbe esentare dal green pass i ristoranti degli alberghi nel decreto non c'è» le parole di Claudio Borghi che in molti, nonostante le di lui smentite, hanno considerato un attacco diretto al segretario della Lega, per aver portato a casa poco di quel che in molti si aspettavano. In realtà, come gli aveva subito risposto il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, il via libera per i clienti c'è, e per questo l'attacco è sembrato strumentale. Lo stesso Salvini aveva anticipato la misura in un'intervista al Corriere della Sera.
Colazione, pranzo e cena in albergo senza green pass è stata una misura condivisa non solo dai leghisti, visto che il consiglio dei ministri - racconta una fonte di governo - è filato via liscio, senza alcuna tensione tra gli esponenti dei diversi partiti. Ma è chiaro che nella Lega non tutti la pensano allo stesso modo. «Ho parlato con Draghi tre volte» ha dovuto rivendicare Salvini, riferendosi alla seduta dello scorso giovedì.
Molti però, tra i quali proprio Borghi, Alberto Bagnai e Armando Siri, hanno voluto rilanciare la posizione massimalista, per riportare la Lega sulle questioni di principio e sulla scia dei No Pass, se non dei No Vax, che sui social sono arrivati ad attaccare proprio Salvini per aver abiurato alla sua iniziale battaglia per spostare il provvedimento almeno a settembre. Dall'altro lato tira Giancarlo Giorgetti, capofila dell'ala governista e più ancorata alle esigenze del territorio, della quale sono esponenti anche i governatori Luca Zaia, Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga. La tutela del governo e della salute dei cittadini è un tema caldo per chi è chiamato a occuparsi prevalentemente di sanità.
Minimizza lo scontro Igor Iezzi, leghista della prima ora e capogruppo in commissione Affari costituzionali: «Mi sorprenderebbe se non ci fosse discussione interna. Qualcuno ne fa un dramma, qualcun altro si limita a sostenere che il testo vada migliorato. Borghi aveva puntato sull'esclusione dei minorenni e si è dovuto scusare con chi lo segue. Tutto qui». Chi è abituato alla Lega di lotta e di governo, ma anche di scontri interni tra gli esponenti di spicco, sin dai tempi di Bossi e Maroni, non vede grandi novità, nonostante quella vicenda sia finita tra notte delle scope e giorni in tribunale.
Nessuna tensione con Forza Italia, continuano ad assicurare con molto calore fonti azzurre, anche se le posizioni sul tema sono diverse. Parla di scuola Licia Ronzulli, soddisfatta per il ritorno in presenza.
Il green pass è l'unica soluzione per evitare le chiusure e lo spettro del lockdown, la posizione di Forza Italia. Lo ripete il coordinatore nazionale Antonio Tajani da Stasera Italia su Rete4: «No alle fake news, insieme ai vaccini il green pass è strumento utilissimo per contrastare la pandemia».
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