Lega alla prova del nove Pressing di Forza Italia per correggere il testo

Gli azzurri al Carroccio: votino le modifiche che erano nel programma di centrodestra

Lega alla prova del nove Pressing di Forza Italia per correggere il testo

Per il decreto dignità, escluso in commissione alla Camera l'emendamento di Forza Italia sulla flat tax per professionisti e partite Iva. Inammissibile anche lo «sconto» fiscale per gli imprenditori che al Sud assumono lavoratrici. In serata si tiene la battaglia dei ricorsi, ma tira una brutta aria.

In tutto, gli azzurri ne hanno presentate 270 di proposte di modifica e tra le 27 respinte in prima battuta ci sono alcune delle più qualificanti. «Cominciamo male», protesta la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, che accusa il governo di scegliere «la scorciatoia della tagliola» e il vicepremier Luigi Di Maio di minacciare il voto di fiducia.

Il partito di Silvio Berlusconi è pronto alla battaglia di Montecitorio e sta valutando se presentare come emendamento al dl dignità anche quello generale sulla tassa piatta per famiglie e imprese. Ma pretende che l'alleato Matteo Salvini faccia la sua parte.

Oggi, le proposte per correggere in profondità il decreto saranno presentate in una conferenza stampa nella sede azzurra del partito dal vicepresidente di Fi, Antonio Tajani, dalle capigruppo a Camera e Senato Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini e dal portavoce Giorgio Mulè.

C'è una certa soddisfazione sui voucher, perchè «Fi ha già ottenuto la reintroduzione quanto meno nel turismo e nell'agricoltura, ma servono anche in altri settori, come i servizi», dice la Bernini. E ora, per l'approvazione delle modifiche presentate da Fi, «serve il voto della Lega», che dovrà dimostrare «se il programma del centrodestra è ancora valido o se prevarranno altre logiche politiche». E questo, sottolinea la presidente dei senatori, «sarà un passaggio politico importante, in vista del più impegnativo appuntamento con la nota di aggiornamento del documento di finanza pubblica e poi con la legge di bilancio».

C'è anche Renato Brunetta ad accusare la Lega di rinnegare l'impegno del suo ex ministro del Lavoro, Roberto Maroni e «il sacrifico del suo principale collaboratore Marco Biagi» e a chiedere a Salvini di «tornare sui suoi passi», invece di supportare lo «statalismo» del M5S. Il vicepremier leghista mostra generica disponibilità alle modifiche, ma svicola: «È un decreto partito bene che arriverà meglio alla fine». Lo incalza Mulè: «Quel decreto entrerà in Commissione in un modo ed uscirà in un altro, anche perchè sui nostri emendamenti, che si rifanno al programma per il 4 marzo, la Lega non potrà dire di no». Il mantra tra gli azzurri è quello di ricordare alla Lega i suoi impegni sia con gli elettori che con gli alleati come Fi.

Un episodio evidenzia che le tensioni nel centrodestra si fanno sentire. La vicepresidente azzurra della Commissione Trasporti alla Camera, Deborah Bergamini, esprime «stupore» per le parole del sottosegretario alle infrastrutture del Carroccio, Edoardo Rixi, che sull'opposizione di Fi ai voucher ha parlato di «alleati che ti sparano alla schiena». Invece, ribatte lei, «in materia economica provvediamo semplicemente ad una legittima difesa dei cittadini. Ce ne fossero di alleati come noi...».

Il primo obiettivo degli azzurri, però, rimane il M5S. Per la Gelmini, Di Maio difende un decreto «pericoloso per il Paese e per le nostre imprese, che produrrà solo disoccupazione e contenziosi e Fi farà di tutto per fermarlo».

La presidente dei deputati di Fi, ribadisce che la flat tax «è una priorità» e se esiste il contratto di governo, c'è anche «il programma del centrodestra, in cui la tassa piatta è centrale e va di pari passo con altre proposte come l'abolizione dell'Imu sui capannoni industriali, il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, l'inserimento del tetto fiscale in Costituzione».

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