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Lega, Reguzzoni rischia l'espulsione

Sul destino del "bossiano di ferro" deciderà il Comitato disciplinare di garanzia. Il Senatur non può salvarlo

Lega, Reguzzoni rischia l'espulsione

Il direttivo provinciale di Varese della Lega Nord espelle Marco Reguzzoni con 11 voti favorevoli e 2 astenuti. Ora il caso dell'ex capogruppo alla Camera, "bossiano di ferro", che in queste settimane ha lanciato il movimento dei "Repubblicani", passerà al vaglio del "Comitato disciplinare di garanzia", l'organismo previsto dal nuovo statuto approvato dal Carroccio targato Matteo Salvini (il 20 giugno scorso alla vigilia del raduno di Pontida), che ha il compito di decidere sui provvedimenti sanzionatori nei confronti di "associati" con almeno 10 anni consecutivi di militanza, parlamentari ed eurodeputati, consiglieri regionali e sindaci dei comuni capoluoghi di provincia o delle aree metropolitane. Secondo l'articolo 18 dello statuto, secondo quanto scrive l'Adnkronos, il "Comitato di garanzia" viene convocato dal responsabile federale organizzativo e del territorio, vale a dire Roberto Calderoli, che "svolge, altresì, l'attività istruttoria e redige il verbale delle sedute".

Spetterà, dunque, all'ex ministro delle Riforme dare l'input al "processo", una volta che il direttivo provinciale varesino avrà consegnato la pratica al tavolo nazionale. Il Comitato, si legge nel secondo comma, è composto dallo stesso Calderoli, dal segretario federale Salvini, dal "segretario della Nazione a cui appartiene il soggetto sottoposto al procedimento disciplinare", ovvero il deputato Paolo Grimoldi, attuale commissario in Lombardia; dai "6 membri nominati dal Consiglio federale tra i suoi componenti che non siano segretari nazionali" e dal presidente federale, Umberto Bossi, che potrà votare, ma non avrà l'ultima parola sul suo fedelissimo Reguzzoni, dal momento che si è visto ridimensionare i poteri disciplinari dall'ultimo Congresso straordinario del partito.

Il Senatur, infatti, a norma del nuovo statuto, potrà reintegrare solo i leghisti fondatori eventualmente espulsi e non più tutti i militanti con almeno 20 anni di iscrizione (a cominciare da Reguzzoni) come avveniva fino ad ora, ma può dire la sua in qualità di membro del "Disciplinare" sul destino del suo ex capogruppo a Montecitorio.

Il Comitato, che delibera a "maggioranza dei presenti", può comminare questi 3 tipi di sanzione "anche nei confronti di Associati ordinari militanti con un'anzianità di militanza uguale o superiore a 10 anni consecutivi e nei confronti dei Padri Fondatori, dei presidenti di Provincia, dei parlamentari, degli europarlamentari, dei consiglieri regionali e dei sindaci dei Comuni capoluoghi di Provincia o delle aree metropolitane". Il giudizio dell'organismo disciplinare è inappellabile. Unica eccezione riguarda, sempre ex articolo 18, gli "Associati ordinari militanti con anzianità di militanza uguale o superiore a 10 (dieci) anni consecutivi e per i parlamentari, gli europarlamentari, i consiglieri regionali, i presidenti di Provincia e i sindaci dei Comuni capoluoghi di Provincia o delle Aree Metropolitane".

Reguzzoni, dunque, potrà fare ricorso contro l'espulsione davanti al Consiglio Federale, "come organo di ultima istanza".

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