Politica

La Lega scippa a Fi presidenti e consiglieri. "Atto incomprensibile"

Gli azzurri irritati anche per la tempistica, a pochi giorni dalle elezioni amministrative

Il leader della Lega Matteo Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini

Tre nuovi acquisti per la Lega in Lombardia, tre tradimenti per Forza Italia. Matteo Salvini annuncia in conferenza stampa che tra le sue fila passano il presidente del Consiglio regionale lombardo Alessandro Fermi, il consigliere Mauro Piazza e l'ex presidente della provincia di Lecco e sottosegretario della giunta Maroni Daniele Nava. E Silvio Berlusconi mastica amaro.

«Oggi è una bella giornata perchè la nostra famiglia cresce e le novità non finiscono qui - dice il leader della Lega-. In arrivo due nuovi parlamentari, non necessariamente provenienti dal centrodestra». Poi ricorda che «solo a settembre sono entrati nella Lega 30 sindaci». Certo si rende conto, il Capitano, che l'alleato azzurro non può considerare questo altro che uno «scippo» e cerca di mitigare l'impatto. «Non c'è competizione interna - assicura-, ci sta se si rimane nel centrodestra. L'importante è che cresca la forza di Regione Lombardia».

Ma i fatti sono fatti e il Cavaliere non la prende bene. «Un'esibizione muscolare imprevista e incomprensibile», dicono i suoi. Soprattutto per la tempistica, a 10 giorni dalle elezioni amministrative a Milano e nel resto d'Italia.

Dietro all'enfasi data da Salvini al passaggio tra i suoi dei tre azzurri c'è il progetto della federazione del centrodestra che fatica a decollare. «L'ho proposta - dice il Capitano- nella primavera scorsa, mi sembra che qualcuno non la voglia e io le cose controvoglia non le impongo a nessuno, né il vaccino né la federazione. Mi spiace, ne prendo atto». Ripete «l'appello» agli alleati «a superare divisioni e steccati», ma quel dare importanza ad un fatto locale suona come una risposta. Si sa che il Capitano è indispettito dalle divisioni in Fi, da ministri come Mariastella Gelmini che continuano ad opporsi pubblicamente al progetto. E mostra i muscoli.

Berlusconi, però, anche se amareggiato, ha l'atteggiamento che sfoggia pure di fronte a «tradimenti» di ben altro livello: per chi se ne va porte aperte, peggio per lui. E poi, ragionano nell'entourage, della federazione si era deciso di parlare dopo le amministrative e il leader è sempre del parere di farla.

Salvini, nella sua dichiarazione, fa anche riferimento alle differenze di vedute tra alleati e nel suo stesso partito su vaccini anti-Covid e green pass, ribadisce la contrarietà all'obbligo vaccinale, condanna chi parla di licenziamenti per i non vaccinati e chi continua a tenere chiuse attività come discoteche e balere. È la posizione che ha creato attriti con leghisti di peso come il ministro Giorgetti e governatori del nord. Posizione che lo allontana dalla linea chiaramente governativa di Fi a favore del green pass e dei vaccini e lo avvicina all'opposizione dura di Giorgia Meloni. Il problema è che per fare una federazione, anche senza il partito di FdI che si è sempre chiamato fuori, tra le due forze di centrodestra al governo su questioni così importanti servirebbe, se non un pensiero unico, almeno una linea d'azione condivisa. Per non parlare delle tensioni sulle candidature a sindaco, a Milano e non solo. «Il nostro obiettivo - sorvola Salvini - è quello di vincere al primo turno e, se si andasse al ballottaggio, si confronteranno due idee di controllo cittadino totalmente diverse.

La campagna elettorale la chiuderemo, a Milano come a Roma, nelle periferie, perchè è lí che la Sinistra ha fallito».

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