L'ultimo piano della sinistra per spaccare il centrodestra

Il centrosinistra corteggia la Lega di governo con un obiettivo chiaro: spaccare il Carroccio e il centrodestra per continuare a governare insieme

L'ultimo piano della sinistra per spaccare il centrodestra

Prima Franceschini, poi Bettini e, infine, Calenda. Ora il centrosinistra corteggia la Lega di governo con un obiettivo molto chiaro: spaccare il centrodestra.

Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, intervistato da Repubblica appena una settimana fa, aveva auspicato un ulteriore trasformazione del Carroccio: "Avremmo tutti da guadagnare da un avvicinamento della Lega al centro, da una sua evoluzione in questa direzione". Goffredo Bettini, sentito dal Foglio, si era spinto oltre, affermando:"Salvini ha l'occasione di fare della Lega con pezzi di FI, l'equivalente del Pd nel campo della destra". Una tale evoluzione del Carroccio, secondo Bettini, favorirebbe la nascita di una grande coalizione tra Pd e Lega in caso di pareggio alle prossime Politiche. Carlo Calenda, in occasione del primo congresso di Azione, è stato ancora esplicito: "La Lega può essere un interlocutore se decide cosa essere. Se è quella di Giorgetti – ha sottolineato – si può dialogare. Ma se è quella di Salvini non può essere: non è né dignitoso né serio dire una cosa la mattina e dire il contrario la sera".

"C'è il tentativo di dividere la Lega in due da decenni, ma non ci sono mai riusciti. Che, poi, la divisione tra governisti e non governisti è una roba inventata da loro", spiega a ilGiornale.it il deputato Igor Iezzi. Quello della sinistra italiana è, infatti, un corteggiamento anomalo, ma che ha un sottotesto chiarissimo: se la Lega cambia a nostra immagine e somiglianza si può dialogare e governare ancora insieme. "La sinistra pensa di dare patenti di democraticità agli altri, quando sono i dem che devono dimostrare di essere democratici", sentenzia Iezzi. "Il Pd pensa alla propria agenda che il centrodestra penserà alla sua. Per quanto mi riguarda, non esiste proprio governare di nuovo col Pd", gli fa eco il collega Paolo Tiramani.

Tra i leghisti c'è la consapevolezza che i dem sperano di spostare il Carroccio verso posizioni centriste perché non si fidano più dei Cinquestelle che, dopo la prossima tornata elettorale, saranno praticamente estinti. "Se ci corteggiano è perché evidentemente sanno che siamo decisivi", dice il deputato Claudio Borghi che esclude di tornare al governo con i piddini e aggiunge: "Se votassero i nostri emendamenti per abolire il green pass, sarebbe meglio per tutti". Sono tanti, forse troppi, i temi che dividono i leghisti dai dem: dalle tasse all'immigrazione, passando per la giustizia e non solo. Da questo punto di vista è chiarissima la posizione espressa dal capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo: "Noi siamo attaccati alle tradizioni, ai valori, al senso di comunità, alla storia, al senso di appartenenza, siamo identitari, d’altra parte quelli del PD sono per la società mondialista delle grandi metropoli, siamo veramente agli antipodi".

L'eurodeputata Silvia Sardone racchiude sinteticamente il comune sentire di tutti i leghisti: "Noi governiamo con Draghi, non col Pd, ma vogliamo Salvini premier con una coalizione di centrodestra".

Chi, invece, non teme la nascita di una nuova 'grande coalizione' è il deputato Luca Paolini: "A sinistra danno per scontato che nel 2023 non ci sarà una maggioranza, mentre il problema non si porrà nemmeno. Il centrodestra, nel suo complesso, è al 47-49%".

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