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"Con la Lega per la sovranità". La sfida del meridionale Cantalamessa

Il deputato della Lega Gianluca Cantalamessa ha aderito al progetto di Salvini nel 2014 quando il partito raccoglieva solo una manciata di voti nel Mezzogiorno. “Il mondo è cambiato ed i concetti di destra e sinistra sono superati. Oggi la battaglia è tra il sovranismo e la tecnocrazia di Bruxelles”

"Con la Lega per la sovranità". La sfida del meridionale Cantalamessa

È stato uno dei primi politici meridionali ad aderire al progetto della Lega quando questa nel Mezzogiorno era vista con un certo disprezzo e riusciva a raccogliere solo una manciata di voti. Suo padre era Antonio, Tonino per gli amici, parlamentare europeo, consigliere regionale del Msi e, da sempre, prezioso punto di riferimento della destra napoletana e campana. Lui è Gianluca Cantalamessa, neo deputato del partito di Salvini. Ed oggi ci racconta il suo percorso politico e la battaglia che lo aspetta.

Lei è stato tra i primi politici dell’area di centro- destra nel Mezzogiorno ad aderire alla Lega. Perché questa decisione?

Perché il mondo è cambiato. È vero, i valori e gli ideali restano ma i concetti tradizionali come destra e sinistra sono ampiamente superati. Molte categorie per come le abbiamo conosciute sono superate. Oggi i temi davvero importanti sono quelli della sovranità e della identità. Ho aderito alla Lega nel 2014 ed ho iniziato il percorso politico a fianco di Salvini subito dopo le Europee che si sono tenute in quell’anno.

Ora c’è la fila per entrare nella Lega.

Sì, finalmente si è rotto un muro. Prima c’era poca conoscenza del partito. E c’era anche una certa diffidenza qui a sud. Ora, invece, stiamo avendo tantissime adesioni da cittadini e politici che orbitano nell’area di centro- destra. Ma non solo; infatti si stanno unendo a noi anche esponenti della cosiddetta “sinistra sociale” che non si riconoscono più in una sinistra che appoggia i poteri forti.

A Pontida con lei quante persone c’erano della Campania?

Dalla regione siamo partiti in 350- 400. Hanno partecipato alla manifestazione simpatizzanti, militanti, dirigenti e primi cittadini. Uno di questi è Enzo Catapano appena rieletto sindaco di San Giuseppe Vesuviano, un comune in provincia di Napoli.

Eletto come candidato in una coalizione di centro- destra oggi si trova a sostenere un governo con il M5s. Si sente a disagio?

No, assolutamente no. Perché con il M5s è stato realizzato un contratto per governare. La legge elettorale non ha permesso altre soluzioni. In un clima di incertezza politica noi siamo stati responsabili. La Lega avrebbe avuto grandi vantaggi da un ritorno immediato alle urne: tutti i sondaggi ci accreditavano di un ampliamento dei consensi. Eppure abbiamo preferito realizzare un percorso comune con i 5s perché per noi vengono prima gli italiani. Abbiamo la responsabilità di risolvere i loro problemi. Non ci interessano le poltrone. Sono certo che il contratto sarà rispettato fino in fondo.

Quali sono le sfide principali per il nuovo governo?

Di sicuro quelle legate alla sicurezza, alla mancanza di lavoro e all’immigrazione. E non dimenticheremo il Mezzogiorno.

Riuscirà la Lega creare un fronte sovranista in Italia e in Europa?

Sono fiducioso. In Italia stiamo seguendo un preciso percorso. In Europa in realtà c’è già: noi facciamo parte dell’Enf, il gruppo dell’ “Europa delle nazioni e della libertà” che include anche altri partiti di altre nazioni come “Le Rassemblement national” , l'ex Front National, guidato dalla Le Pen. Noi siamo convinti che si possa allargare ulteriormente questo gruppo con nuove adesioni al nostro progetto. Le elezioni europee della prossima primavera saranno una sorta di campo di battaglia tra il fronte dei sovranisti che voglio cambiare in meglio questa Europa ed i tecnocrati di Bruxelles. Sì, siamo fiduciosi. La vittoria di Trump in Usa ci dà grandi speranze.

La gente è stanca e tutto è possibile.

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