Milano Lega ai ferri corti con la prefettura sull'accoglienza dei richiedenti asilo. È il segretario lombardo del Carroccio Paolo Grimoldi a fare la voce grossa, con un annuncio-provocazione: sì all'accoglienza dei siriani (scappano da una guerra), no ai migranti economici; e «barricate» contro l'invio coercitivo di immigrati: «Siamo pronti ad impedirlo con ogni mezzo - ha detto il numero uno della Lega lombarda - siamo pronti anche a mobilitarci e scendere in strada, bloccandole».
Il braccio di ferro fra i leghisti e l'autorità governativa è iniziato alcuni giorni fa, quando il presidente della Regione Roberto Maroni ha dato ragione ai sindaci in vena di proteste per l'ulteriore invio di migranti: «Nella nostra regione ne abbiamo già accolti tanti e ormai il territorio è saturo» ha detto il governatore, forte del primato lombardo nella classifica dell'accoglienza: 23mila persone ospitate, oltre il 13% del totale. Un primato che stride con l'esito delle domande di asilo, come non perde occasione di sottolineare l'assessore regionale all'Immigrazione, Simona Bordonali. In Lombardia «su 10.492 casi analizzati dalle commissioni prefettizie - ha calcolato - ci sono stati ben 6.339 dinieghi». Quindi «2 richiedenti asilo su 3 sono clandestini» ha concluso. Per questo Maroni taglia corto: «I sindaci che non vogliono altri immigrati fanno bene. Non sono profughi, ma irregolari». La Lega ha iniziato ad alzare questo muro mentre il prefetto Luciana Lamorgese faceva recapitare ai i sindaci un protocollo sulle competenze di Comuni, prefettura e gestori. L'obiettivo della prefettura infatti è redistribuire l'accoglienza per alleviare il peso su Milano, cui finora è stato riservato l'impegno più gravoso. Il prefetto ha auspicato «collaborazione» per non dover ricorrere a «obblighi».
La sola teorica possibilità di ricorso a strumenti coercitivi ha fatto scattare la reazione leghista, con Grimoldi che ha suonato la carica: «Siamo pronti a ogni mezzo per impedirlo, anche a mobilitarci e scendere in strada a bloccare l'arrivo degli immigrati, come hanno fatto alcuni mesi fa i cittadini di Goro e Gorino». Il caso del Ferrarese era stato già evocato dal leader nazionale del Carroccio, Matteo Salvini, nel corso di un sit-in davanti alla Montello, la caserma milanese che attualmente ospita 350 migranti.
Ieri l'ultima mossa, con la tesi dell'accoglienza «selettiva» enunciata ancora da Grimoldi: «Totale disponibilità dei sindaci della Lega Nord ad accogliere, nella misura di 3 richiedenti asilo ogni mille abitanti, quegli immigrati che hanno diritto all'asilo e ad essere definiti rifugiati, ovvero i siriani che fuggono dalla guerra» e «totale indisponibilità» a ricevere immigrati economici irregolari che non hanno motivo per essere chiamati rifugiati ma sono clandestini». Questi «potranno trovare accoglienza nei Comuni amministrati dal Pd» ha concluso.
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