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Legge sul 'dopo di noi', un altro flop del governo Renzi

Dopo il jobs act, la riforma costituzionale e l'Italicum, anche la legge sui disabili, a un anno dalla sua approvazione, può dirsi un flop

Legge sul 'dopo di noi', un altro flop del governo Renzi

Il ‘dopo di noi’ è un altro fiasco del governo Renzi. A distanza di un anno dalla sua approvazione, la legge che avrebbe dovuto dare un futuro ai disabili in caso di morte dei loro genitori, non è proprio mai decollata.

Secondo un’inchiesta del quotidiano La Stampa questa legge “con i suoi trust, i suoi fondi vincolati, le sue agevolazioni fiscali per le assicurazioni fino a 750 euro, la sua «deistituzionalizzazione» (strutture monstre sostituite da case famiglia) e i suoi cohousing, avrebbe dovuto garantire quel supporto”, ma “l’obiettivo non è stato neppure sfiorato”.

Nella relazione presentata al Senato nell’aprile del 2016 dal presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, si mettono in evidenza tutti i limiti di questa norma. Manca una anagrafe sulle disabilità e pertanto non si sa quanti siano i malati con disabilità gravi. Mancano sia l’analisi quantitativa sia l’analisi qualitativa delle esigenze dei ragazzi disabili e perciò non è dato sapere investire i miseri finanziamenti fin qui previsti. Si parla di 90 milioni per il 2016, 38,3 milioni per il 2017 e 56,18 milioni per il 2018, In totale meno di 400 euro l’anno a disabili che, accolti in strutture idonee costerebbero allo Stato 200 euro al giorno.

L’Istat mette l’accento anche sui 40 mila disabili gravi che escono dai radar quando muoiono i genitori. Secondo l’Anffas, l’associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva o relazionale, sarebbero oltre duecentomila. Per il suo presidente Roberto Speziale è bene fare chiarezza perché “temiamo che i desaparecidos della disabilità finiscano in strutture non rilevate, centri per anziani o ex ospedali psichiatrici. La dispersione è enorme. Per altro le strutture sono concentrate al Nord, come se al Centro e al Sud vivessero tutti in famiglia”. E, nel frattempo, avere un disabile in casa è molto faticoso per i suoi familiari che, secondo Il premio Nobel per la Medicina, Elizabeth Blackburn, hanno una aspettativa di vita più bassa della media di diciassette anni.

Laura Bignami, senatrice del gruppo misto, ha depositato in Senato una proposta di legge secondo la quale chi vive meno per seguire i figli deve avere il diritto di andare in pensione cinque anni prima.“Noi chiediamo semplicemente di rendere più umana la dinamica sociale. Per capire quanto vale l’impegno di queste persone basterebbe portassero i loro figli tutti assieme al pronto soccorso e li lasciassero lì. Sarebbe subito chiaro il costo sociale di cui si fanno carico. La mia è solo una provocazione. Ma provate a pensarci. Certi problemi sono forse irrisolvibili. Ma tirare su la testa dalla melma si può”. Per la senatrice: “Il dopo di noi è un piccolo seme, ma i trust, il co-housing e le polizze assicurative si potevano fare anche prima. Bastava avere i soldi. Esattamente come oggi”. Nei prossimi dieci anni, secondo i calcoli dell'Istat, i disabili gravi che rimarranno senza parenti saranno 160 mila e la loro aspettativa di vita crescerà, mentre l’età media dei loro genitori si abbasserà.

Il futuro di tanti disabili è sempre più incerto.

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