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Legittima difesa, i magistrati non vogliono cambiare la legge

L'Anm critica le proposte di legge presentate in Parlamento: "Rischio giustizia fai da te". Ma Bonafede conferma la linea del governo: "È una priorità"

Legittima difesa, i magistrati non vogliono cambiare la legge

I magistrati si mettono di traverso sulla legittima difesa. Nei giorni scorsi Forza Italia ha depositato in Parlamento la sua proposta per permettere agli italiani di difendersi in casa propria e ora l'Anm interviene per difendere la norma "così com'è".

Secondo il presidente dell'Anm Francesco Minisci, infatti, la legge attualmente operativa "è sufficientemente chiara e copre tutte le evenienze che si possono verificare". Eppure le cronache raccontano un'altra versione dei fatti. Lo sanno bene i tanti italiani messi sotto indagine per aver sparato contro il bandito entrato in casa loro o nella loro azienda. Inutile far qui un elenco, basti ricordare Ermes Mattielli (condannato a risarcire i due ladri rom e poi morto di crepacuore) o l'oste di Casaletto Lodigiano, Mario Cattaneo, a processo per eccesso di legittima difesa. Lo spiegava chiaramente l'attuale ministro della Pa, Giulia Buongiorno, ospite in televisione su La7: oggi un uomo con una pistola per decidere se sparare o meno al ladro ha bisogno di una "indagine notturna per capire se chi mi sta aggredendo sta mettendo in pericolo la mia vita". Tanto che da tempo l'avvocato sostiene che "chi scelga di entrare in una casa altrui per violentare o per uccidere deve accettare le conseguenze. E chi è aggredito deve poter reagire".

Per l'Anm, invece, con le proposte presentate in Parlamento c'è "il rischio" di una "giustizia fai da te", con "ricadute dannose e distorsioni enormi". "Deve restare il principio della proporzionalità tra offesa e difesa - ha detto Minisci a Rai Radio 1- e non si può prescindere dalla valutazione caso per caso da parte del giudice, senza automatismi". Come spiegato dal Giornale, è proprio la "valutazione" del giudice a renderli in qualche modo "padroni" della legittima difesa, trasformando la norma in un rebus. Sparo o non sparo?

Eppure per l'Anm modificando la norma "si rischia grosso" perché "si corre il rischio di legittimare anche reati gravi, come l'omicidio, perchè basterebbe attirare un rivale in casa, ucciderlo e poi invocare la legittima difesa". E il sindacato dei magistrati vuole anche evitare aperture all'acquisto della armi, dicendo "no alla possibilità indiscriminata di acquistare le armi, e non all'uso indiscriminato di queste: diciamo no all'acquisto di armi al supermercato".

Il governo, però, va avanti. Nel contratto tra Lega e M5S, infatti, la legittima difesa è "una priorità" e - dice Alfonso Bonafede - "ci stiamo lavorando". "Ci sono diversi testi, stiamo valutando, stiamo studiando assieme alla Lega - spiega il Guardasigilli ad Agorà - ma ora non è possibile parlare di dettagli". L'obiettivo, comunque, sarà quello di "far sì che chi si è difeso legittimamente non debba attraversare un calvario giudiziario". Per i pm è dunque in arrivo una norma "più chiara di quella che c'è adesso", piena di "zone d'ombra".

Checché ne pensi l'Anm.

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