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L'ennesima giravolta "governista" dei grillini: dagli attacchi alle multinazionali al sì ai vaccini

Teorizzavano le scie chimiche e i virus inoculati per oscuri disegni. Adesso tuonano, come D'Incà: "Chi aveva posizioni estreme è fuori dal movimento"

L'ennesima giravolta "governista" dei grillini: dagli attacchi alle multinazionali al sì ai vaccini

I grillini si sono vaccinati contro l'antivaccinismo e adesso sono irriconoscibili. Fa quasi impressione vedere Carlo Sibilia, ora sottosegretario all'Interno, già cultore delle scie chimiche e dei complotti sul finto sbarco sulla Luna, parlare di una «deriva odiosa» in riferimento alle aggressioni no vax e no Green pass degli scorsi giorni. In mattinata, quando ancora non è chiaro il flop delle manifestazioni previste per ieri pomeriggio, l'ex stralunato Sibilia indossa i panni dell'uomo d'ordine durante la trasmissione Coffee Break su La7. «Chi si macchia di reati andrà perseguito come previsto dalla legge, mentre le nostre forze dell'ordine sono pronte a far cessare ogni tentativo di creare disagio o minacciare la pubblica incolumità - ammonisce il sottosegretario del M5s - il rispetto delle misure del governo è indispensabile per la tutela della salute pubblica e dell'economia». Un piccolo passo per Sibilia, un gigantesco passo per i Cinque stelle. Che sono passati a incarnare la responsabilità, la moderazione, l'equilibrio. Da quando si sono insediati nel terzo governo consecutivo mostrano evidenti segni di maturazione.

Anche Federico D'Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, si distingue per saggezza e buon senso. «Green pass e vaccini sono gli strumenti che ci permettono di abbassare il rischio di contagio e di diminuire l'ospedalizzazione», argomenta sicuro ad Agorà estate su Rai3. Poi la frase che innesca una discussione sui social sul voltafaccia del Movimento. «Nel M5s abbiamo sempre riconosciuto l'importanza dei vaccini. Chi aveva posizioni estreme non fa più parte del Movimento», spiega D'Incà.

E in parte è sicuramente vero. Vengono in mente subito i nomi dei no vax più accaniti, come la deputata veneta Sara Cunial e il consigliere regionale del Lazio Davide Barillari. Cunial, antivaccinista convinta, ha paragonato le vaccinazioni a un «genocidio gratuito», è stata espulsa dal M5s ad aprile del 2019 per le sue posizioni antiscientifiche. Cacciato via pure Barillari ad aprile dello scorso anno perché aveva aperto un sito di sedicente contro-informazione no-vax. Il consigliere ex grillino a fine luglio aveva portato una pistola in Regione paragonando il vaccino «a una roulette russa» imprevedibile.

E però il rapporto tra il M5s e chi non vuole vaccinarsi non è solo una faccenda di mele marce. Basti ricordare le frasi, anche abbastanza recenti, di Paola Taverna. Taverna, da vicepresidente del Senato, ad agosto del 2018 parlava dei centri vaccinali come di un qualcosa di simile ai centri dove vengono messi «i marchi pe' e bestie». Beppe Grillo, almeno fino all'anno scorso, ha sempre lisciato il pelo a chi è scettico sulla vaccinazione. Fin dal lontano 1998. Quando nello spettacolo Apocalisse sosteneva: «Prendi un bambino sano e inoculagli un virus per abituarlo e si abbassano le difese immunitarie».

Poi c'è Alfonso Bonafede, che nel 2010 si vantava sul Blog di Grillo perché lo studio legale che aveva fondato era riuscito ad ottenere un indennizzo per un bambino autistico, sostenendo che fosse colpa dei vaccini. La svolta verso il buon senso arriva con il governo giallorosso, per fortuna. E speriamo che l'ex Guardasigilli Bonafede, che si sposerà proprio oggi in una villa esclusiva vicino Firenze, chiederà il Green pass ai circa 130 invitati. Gli amici dell'ex ministro della Giustizia assicurano che chi non ha fatto l'iniezione rimarrà a casa. I grillini si sono vaccinati contro i no-vax.

Bonafede compreso.

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