Politica estera

L'età, economia e guerre. Biden vede la sconfitta: pro Trump 5 Stati in bilico

Sondaggio del Nyt: dall'Arizona al Nevada, il presidente dietro al tycoon. Che attacca: "Repubblica delle banane"

L'età, economia e guerre. Biden vede la sconfitta: pro Trump 5 Stati in bilico

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L'età, economia e guerre. Biden vede la sconfitta: pro Trump 5 Stati in bilico

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A un anno dal voto per la Casa Bianca il déjà vu di un nuovo scontro tra Joe Biden e Donald Trump non appassiona gli americani, ma è per l'attuale presidente che la strada verso la rielezione sembra sempre più in salita. I sondaggi scattano un'istantanea a tinte fosche per Biden, su cui pesano le due guerre all'estero e una serie di problemi politici interni, dall'immigrazione all'inflazione, oltre ai dubbi sull'età.

Secondo l'ultima proiezione di New York Times e Siena College, il comandante in capo è dietro al probabile rivale in ben cinque dei sei più importanti Stati in bilico tra repubblicani e democratici, ossia quelli che di fatto determinano il vincitore: il tycoon ha un margine di vantaggio fra i 3 e 10 punti in Arizona, Georgia, Michigan, Nevada e Pennsylvania, mentre Biden è avanti solo in Wisconsin, di 2 punti. Nei sei campi di battaglia, tutti conquistati nel 2020, ora il presidente è in media in svantaggio per 44% a 48%. Il gradimento nei confronti del democratico è sceso praticamente in ogni gruppo demografico, ma un colpo particolarmente profondo arriva dagli elettori giovani, neri e ispanici, con Trump che ottiene in queste categorie livelli di sostegno in passato inimmaginabili. Pur se entrambi i candidati sono profondamente impopolari, con i due terzi degli americani che vedono il Paese andare nella direzione sbagliata, la coalizione multirazziale e multigenerazionale che ha eletto Biden si sta logorando: gli elettori sotto i 30 anni lo favoriscono solo di un punto percentuale, il suo vantaggio tra gli ispanici è ridotto a una cifra e quello nelle aree urbane è la metà del vantaggio di Trump nelle zone rurali. Inoltre, mentre le donne continuano a preferire il democratico, gli uomini scelgono il tycoon con un margine due volte più ampio, invertendo il vantaggio di genere che ha alimentato così tante conquiste liberal negli ultimi anni.

Anche gli elettori afroamericani a lungo baluardo dem stanno ora registrando in questi stati il 22% di sostegno per Trump, un livello mai visto per un candidato presidenziale repubblicano nei tempi moderni. E' vero che mancano ancora dodici mesi al voto, ma un altro segnale inquietante per l'Asinello è che gli elettori di tutti i livelli di reddito ritengono che le politiche di Biden li abbiano danneggiati personalmente. Oltre questo ci sono i forti dubbi sull'età del presidente, che compie 81 anni alla fine di questo mese, e le due guerre in Ucraina e in Medio Oriente, con decine di miliardi inviati all'estero in aiuti militari.

Intanto sabato, dal palco del Freedom Summit, l'annuale raduno dei repubblicani della Florida, Trump ha attaccato l'avversario dicendo che «non riesce a mettere due parole in fila, eppure è responsabile del nostro programma di armi nucleari».

«Siamo una nazione che sta fallendo, una repubblica delle banane del corrotto Joe Biden», ha aggiunto criticando la «catastrofica debolezza» del successore, e assicurando che se verrà rieletto «il compito numero uno sarà fermare l'invasione al nostro confine meridionale e la carovana illegale che attualmente si dirige» verso gli Usa, diventati la «discarica del mondo».

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