L'eternità del "Signor Armani". Il genio puro dell'eleganza ha illuminato l'Italia nel mondo

L’infanzia sotto le bombe, gli studi di medicina e la svolta a Milano: da vetrinista alla Rinascente a icona globale. L’amore per Sergio Galeotti e il dolore per la scomparsa

L'eternità del "Signor Armani". Il genio puro dell'eleganza ha illuminato l'Italia nel mondo

Giorgio Armani è morto all'età di 91 anni nella sua casa di Milano, in via Borgonuovo, dove si trovava in convalescenza da mesi dopo un ricovero ospedaliero tenuto segreto. La camera ardente sarà allestita a partire da sabato e sarà visitabile fino a domenica, dalle 9 alle 18, a Milano, in via Bergognone 59 all'Armani/Teatro. I funerali si terranno in forma privata. Il mondo della moda piange il suo re, che ha saputo onorare al massimo lo stile del made in Italy fin dalla sua prima collezione del 1975.

"Il signor Armani è eterno", ha risposto un collaboratore alle nostre domande preoccupate quando si sparse la notizia dell'infiammazione polmonare che, nel giugno 2025, ha impedito allo stilista-imprenditore di presenziare alle sue sfilate uomo per la prima volta in 50 anni. Adesso, purtroppo, Re Giorgio è davvero entrato in quel tipo di eternità che prima o poi ci accoglie tutti. Nell'altra, raggiungibile in vita solo da chi ha fatto qualcosa di eccezionale, lui è arrivato il 24 luglio 1975, quando con Sergio Galeotti ha fondato un'azienda che insieme alla moda ha prodotto modi di essere e pensare migliori sotto tutti i punti di vista.

Re Giorgio nasce a Piacenza l'11 luglio 1934, lo stesso anno di Sophia Loren, Leonard Cohen, Gino Paoli, Brigitte Bardot, Carlo Rubbia e Paco Rabanne. È il secondo dei tre figli di Maria Raimondi e Ugo Armani, una coppia di borghesi piccoli piccoli ma con un'inesauribile senso della dignità. Direttrice della colonia di Misano, la madre veniva da una famiglia di mobilieri piacentini, il padre era un impiegato amministrativo. Dalla loro unione nascono Sergio, Giorgio e Rosanna, tre fratelli tanto uniti quanto educati. "Nostra madre raccontava lui - era molto severa forse perché ha perso la mamma da piccola ed essendo l'unica femmina di otto figli, giovanissima è stata costretta a mandare avanti la casa. Solo da adulto ho capito quanto devo alla sua severità". Tra i suoi ricordi infantili più felici c'erano le scorribande con amici e fratelli sulle rive del Trebbia i cui fondali sabbiosi gli hanno probabilmente ispirato il famoso greige, ovvero quel colore a metà strada tra grigio e beige che è una delle sue tante invenzioni.

Il ricordo peggiore? L'incidente bellico che è costato la vita a un compagno di giochi. Nell'estate del '43 Piacenza subisce massicci bombardamenti dagli alleati. Un giorno all'uscita da un rifugio antiaereo Giorgio e la sorellina vengono chiamati dai compagni che hanno appena trovato una bomba fumogena. Lui è il più vicino al momento dell'esplosione: coperto di ustioni dalla testa ai piedi, si salva per miracolo. Resta 40 giorni in ospedale dove subisce un quotidiano bagno nell'alcool per togliere la pelle morta scongiurando il pericolo d'infezione. Con la fine della guerra arriva un altro spavento terribile: il padre viene condannato a otto mesi di reclusione solo perché aveva svolto il suo lavoro impiegatizio presso la Federazione del Fascio. Ai ragazzi Armani tocca vedere il papà ammassato con altri detenuti dietro una rete metallica, le lacrime che gli scorrono lungo il viso, l'impotenza, la mortificazione. Presto però papà Ugo si riprende, trova un lavoro a Milano e si trasferisce con la famiglia.

Giorgio, affascinato dal romanzo La Cittadella di Cronin, decide di diventare medico. S'iscrive all'università, frequenta per due anni ma è il primo a capire che quella non è la sua strada. Certo il tempo passato nella facoltà di medicina si rivela prezioso per definire il suo stile: la precisione chirurgica dei tagli, le forme anatomiche dei modelli e il leggendario senso delle proporzioni di Armani vengono probabilmente da quegli studi. Il resto è talento allo stato puro mischiato a un costante esercizio di sottrazione. "L'eleganza è togliere" dicono tutti i designer del mondo. Lui l'ha sempre fatto. Senza pietà verso le sue stesse idee.

Dopo il servizio militare comincia a lavorare come vetrinista per la Rinascente e nel 1966 conosce Sergio Galeotti, l'amore della sua vita, ma anche il socio migliore del mondo. È un uomo intelligentissimo, duro come un diamante ma anche profondamente romantico. Dopo il successo clamoroso del lancio di Emporio Armani nel 1981, compra la torre medioevale in fondo a Ponte Vecchio e la regala a Giorgio. "Sergio mi ha dato la forza d'improvvisare questo mestiere raccontava Armani io avevo delle intuizioni, ma non ero bravo. Per esempio non sapevo disegnare e lui mi spingeva a farlo. Diceva prova, puoi ottenere tutto se lo vuoi intensamente. Ho amato per vari motivi le persone che ho amato, ma il primo è sempre stato quel click che segna il destino". Galeotti muore il 14 agosto 1984, un dolore da cui lo stilista-imprenditore non è mai guarito del tutto. Ha reagito lavorando, facendo cioè anche la parte manageriale che prima toccava al suo socio. Diventa lo stilista-imprenditore, un caso più unico che raro nel panorama internazionale della moda.

Oggi la Giorgio Armani Spa ha 9.130 dipendenti diretti, 9 stabilimenti di produzione e oltre 2.700 negozi in 80 Paesi. Il suo patrimonio personale ammonta a 11,8 miliardi secondo le ultime stime di Forbes che lo incoronano come quarto uomo più ricco d'Italia mettendolo al 171esimo posto nella classifica mondiale dei multimiliardari. Nel luglio 2016 ha annunciato la nascita della fondazione Giorgio Armani per la realizzazione di progetti d'utilità pubblica e sociale oltre che per assicurare il futuro del Gruppo. In seguito è arrivata la notizia della scelta dei suoi successori sul trono dello stile: la nipote Silvana che da una vita lo affianca nelle collezioni donna e Leo Dell'Orco, braccio destro, amico e confidente da 45 anni oltre che responsabile degli uffici stile dell'uomo. Nato a Bisceglie nel 1952, Pantaleo detto Leo conosce Armani nel 1980 ai giardinetti di via Tiraboschi. Ha 24 anni, un lavoro alla Snam come disegnatore industriale e una bella faccia dalla mascella volitiva. Re Giorgio gli chiede prima di sfilare e poi di lavorare per lui. Negli anni terribili prima e dopo la morte di Galeotti, Leo diventa anche l'amico e il confidente migliore per un uomo tanto schivo quanto severo. In una delle poche interviste rilasciate ha raccontato: "Credo non mi abbia mai detto bravo, cara grazia se ogni tanto m'è arrivata una pacca sulla spalla".

Ancora più tosto il rapporto con le nipoti Silvana e Roberta cui ha fatto da padre dopo la prematura scomparsa del fratello Sergio. La prima è entrata in azienda a 23 anni come centralinista per poi passare nell'ufficio-stile perché un giorno lo zio le chiede di buttare giù una cartella-colori e lei fa un ottimo lavoro anche perché ha già avuto esperienze nella moda sfilando a tempo perso per Krizia e Walter Albini. Dopo qualche esperienza nel cinema, diventa Head of Entertainment & Vip Relations del gruppo che dal 2006 organizza le cosiddette One Night Only, serate di moda e festa nelle principali città del mondo. È un incarico importantissimo visto che Armani deve il suo enorme successo americano alla celebre scena di American Gigolò in cui Richard Gere si veste abbinando giacca, camicia e cravatta creati per lui da Re Giorgio. Il film esce nel 1980, due anni dopo in aprile arriva la copertina di Time Magazine con il celebre titolo Giorgio's Gorgeous Style. Da quel momento in poi il fenomeno esplode a livello planetario. Una volta il New York Times scrisse che agli eventi di Armani gli ospiti vip erano così numerosi da sembrare un allevamento di trote. Roberta ne rise divertita, lo zio Giorgio un po' meno ma la sua proverbiale severità non poteva resistere più di tanto alla vivacità della nipotina. L'unico nipote maschio è Andrea Camerana, sposato dal 2000 con la cantante Alexia e padre di due adolescenti. Gran signore come lo zio, Andrea nel 2014 ha lasciato gli incarichi operativi nel Gruppo Armani probabilmente per mettersi alla prova fuori dagli ambiti familiari. È comunque rimasto nel cda per poi rientrare nel pool manageriale.

Una volta ci confessò il suo grande rimpianto per non aver avuto figli raccontandoci poi che la sua unica gioia durante il lockdown era stata la nascita di Stella, la bambina di uno dei suoi collaboratori che lui considera una figlia.

L'abbiamo visto piangere per i bambini uccisi dalla guerra in Ucraina e le persone più vicine a lui negli ultimi tempi han fatto di tutto per impedirgli di seguire gli atroci sviluppi della guerra in Medio Oriente. È stato un grande maestro di vita per tutti, un italiano che ha reso l'Italia migliore e più credibile nel mondo. Buon viaggio Signor Armani.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica