Letta, Renzi, i Verdi e Sinistra italiana: ecco le ultime novità a sinistra

Il segretario del Pd: "Renzi oggi ha deciso di correre da solo, se volesse cambiare idea sono pronto a incontrarlo". E dice di volere a tutti i costi un accordo coi i Verdi e Sinistra italiana

Letta, Renzi, i Verdi e Sinistra italiana: ecco le ultime novità a sinistra

"Non ho mai posto nessun veto a Matteo Renzi, ha detto che vuole correre da solo, se volesse cambiare idea sono pronto a incontrarlo e parlarci". Il segretario del Pd, Enrico Letta, lo ha detto ai microfoni di La7. Dunque il segretario dem sembra aprire anche a Renzi, ma il leader di Italia Viva non ha preso bene l'asse Pd-Azione siglato alcuni giorni fa. Aveva fatto di tutto per farlo saltare, scommettendo le sue carte sul polo di centro, ma è rimasto col cerino in mano. Ed ora, per lui, è sempre più forte il rischio di dover correre da solo.

Letta ribadisce la propria strategia: "Con questa legge elettorale se vai da solo perdi, se vai assieme puoi vincere. Chi mi vede in questi giorni che parlo con questo e quell’altro, lo faccio per un motivo semplice: si decidono adesso i destini dei prossimi 5 anni. Se a destra vanno uniti e a sinistra vanno divisi il centrodestra col 66% cambierà la Costituzione. La mia responsabilità è fare di tutto per consentire agli italiani di votare una cosa alternativa, che sia votabile". I tentativi di costruire un'alleanza tra le forze di centrosinistra, quindi, si giocano soprattutto in funzione di un obiettivo: sbarrare la strada al centrodestra. Costi quel che costi sui programmi.

Il segretario del Pd prosegue dicendo di voler "fortissimamente chiudere un accordo con Sinistra Italiana e Verdi. È ovvio che negli uninominali vadano anche candidati di questi schieramenti. Non andranno i leader dei partiti che sono divisivi". E sul patto appena siglato con Calenda precisa: "Vincola esclusivamente Pd e Azione: quell’accordo non riguarda tutti i collegi, ma esclusivamente un terzo dei parlamentari da eleggere, nei collegi uninominali laddove o c’è l’alleanza o perdi". Sarà davvero un bel rompicapo, per gli elettori, decidere chi è alleato con chi.

Intanto Renzi respinge al mittente l'offerta di un "diritto di tribuna" nel prossimo Parlamento, per intercessione del Pd. "Cosa è il diritto di tribuna? - si chiede il leader di Italia Viva su Facebook - Un posto garantito come capolista del Pd a tutti i leader dei partiti in coalizione. Così sono sicuri di entrare in Parlamento. Lo hanno proposto anche a noi. Pare che al momento abbia accettato di prendere questo posto e correre con il simbolo del Pd, Luigi Di Maio. Amici miei, ma la dignità dov’è? Ho lasciato il Pd perché non condividevo le idee di quel gruppo dirigente. Io non mi faccio adesso candidare da quel partito per salvare una poltrona. Le idee valgono più dei posti. Per me la politica è un ideale, non un centro per l’impiego. E a chi mi chiede se useremo il diritto di tribuna rispondo: mi chiamo Matteo Renzi, io, non Luigi Di Maio. Meglio rischiare di perdere il seggio che avere la certezza di perdere la faccia". E poco prima di partecipare all’assemblea congiunta dei parlamentari del suo partito, Renzi conferma la volontà di Italia Viva di correre da sola alle prossime elezioni.

Sempre ai microfoni di La 7 Letta si sofferma sull'incontro con Di Maio e Tabacci: "Io continuo a parlare con tutti coloro che, secondo me, possono far parte di una coalizione larga che sia in grado di essere alternativa a questa destra". Ma Calenda lo gela: "Io sono molto contento del cambiamento di Di Maio - dice a Controcorrente (Rete 4) - ma non possiamo essere un paese del giorno della marmotta, dove ogni giorno non c'è più la memoria di quello che è stato... non è che tutto si può resettare".

In serata si fa sentire anche Luigi Di Maio, capo della neonata formazione politica Impegno civico: "Nelle coalizioni deve prevalere il rispetto reciproco, verso tutti coloro che ne fanno parte. Sin dall’inizio, abbiamo avuto l’obiettivo di costruire una coalizione compatta e omogenea per fermare la deriva estremista rappresentata dai partiti che, per interessi personali, hanno fatto cadere il governo. Lo hanno fatto infischiandosene dell’emergenza economica nazionale, dell’inflazione record e dei costi del carrello della spesa che continuano ad aumentare, colpendo così le tasche delle famiglie italiane.

È opportuno, dunque, non perdere di vista l’obiettivo, anche per evitare di mandare al governo partiti che rischiano di portare l’Italia fuori dalla sua collocazione Euro-Atlantica. Continuiamo a porci con uno spirito costruttivo: quello di chi vuole dar vita a una coalizione che risponda agli interessi del Paese e non agli interessi del singolo partito".

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