Roma - E ora, per non aver varato la norma sulla responsabilità civile dei magistrati, l'Italia rischia di essere deferita alla Corte di giustizia del Lussemburgo e di subire sanzioni per oltre 37 milioni di euro. Troppe discussioni e lungaggini perché le forze politiche non trovano l'accordo, accusa la Commissione europea. Che chiede tempi certi sull'iter della legge.
Da Ferrara Matteo Renzi ribadisce la volontà del governo di andare avanti, mentre l'Anm frena e parla di «aspetti molto gravi che rischiano di intaccare il principio di indipendenza» nel testo all'esame del Senato.
«Sono stato contestato - dice il premier - per alcune cose contenute nel pacchetto giustizia, per esempio sulla responsabilità civile dei magistrati. Ma io trovo doveroso che anche per un magistrato valga la regola che chi sbaglia paga».
Il tema è uno di quelli più controversi e proprio adesso arriva l'intesa nel governo su un altro che non avrà cammino facile ed è già stato criticato dalle toghe: il reato di autoriciclaggio. Entro il 15 ottobre la maggioranza vorrebbe approvare la legge alla Camera e lunedì o martedì la commissione Finanze voterà il testo che elimina ogni soglia di non punibilità.
«Alla fine - ammette Renzi - sull'autoriciclaggio abbiamo trovato una sintesi al ribasso. La norma individuata è al di sotto delle aspettative, ma volevamo evitare che un pizzettaio che magari ha commesso minimi illeciti arrivasse a rispondere di 4 reati diversi».
La lettera con l'ultimatum sulla responsabilità civile delle toghe è arrivata la settimana scorsa. La Rappresentanza permanente italiana presso l'Ue avverte che il servizio giuridico della Commissione ha temporaneamente sospeso la procedura d'infrazione nei nostri confronti a condizione che in breve tempo arrivi il calendario con un percorso ad hoc della legge e una previsione sul suo varo.
Appena arrivata la notizia, il Guardasigilli Andrea Orlando ha iniziato a verificare l'iter di approvazione delle legge, per inviare alla Commissione Ue la nota dettagliata con le informazioni richieste e poi illustrare personalmente il calendario e rispondere alle osservazioni.
Adesso, insomma, bisogna correre ai ripari. Il disegno di legge è stato presentato in Senato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi il 24 agosto, ma la commissione giustizia già lavorava su un altro testo nella stessa materia. Quanto sarà possibile accelerarne la corsa, visto l'ingorgo di provvedimenti sulla giustizia e i ritardi anche per il voto su Consulta e Csm?
«Ho ricevuto solo 3 giorni fa il testo del governo - spiega al Giornale il presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, Francesco Nitto Palma - Il problema è che è arrivato in ritardo, dopo troppi stop. Così non potremo esaminarlo, perché abbiamo già votato i primi articoli del testo unificato Buemi e, secondo il regolamento, dovremo continuare su quello. Il governo potrà presentare i suoi emendamenti. Ma prima, la settimana prossima, abbiamo in calendario i decreti legge sulla giustizia civile e sulla sicurezza negli stadi».
La commissione potrebbe riprendere l'esame il 15-16 ottobre e verso il 21-22 il provvedimento potrebbe arrivare in aula. «Il governo - dice al Gior nale il viceministro alla Giustizia Enrico Costa - presenterà i suoi emendamenti direttamente all'assemblea, perché in commissione potrebbe farlo solo sui pochi articoli ancora non votati. È essenziale una rapida calendarizzazione in aula per far fronte ai nostri obblighi verso l'Ue».
L'Anm mette le mani avanti
sull'ipotesi che si ricorra ad un decreto legge e sottolinea che si tratta richieste indirette di risarcimento per gli errori giudiziari e che la Ue «non affronta il tema della responsabilità dei magistrati, ma quella dello Stato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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