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L'Europa strapazza il governo E scatta la vendetta di Renzi

L'Ue critica la manovra con una lettera segreta che finisce online sul sito del Tesoro Barroso s'infuria, il premier attacca: «Pubblicheremo le loro spese, sarà divertente»

L'Europa strapazza il governo E scatta la vendetta di Renzi

«S trictly confidential », «strettamente confidenziale». La formula diplomatica compare in bella vista, appena sotto il numero di protocollo, nella lettera che la Commissione europea ha inviato al governo. Insomma, Jyrki Katainen - che l'ha firmata - avrebbe preferito che i contenuti della missiva (indirizzata a Pier Carlo Padoan) restassero riservati.

Invece il testo originale appare a metà mattina nella homepage del sito del ministero dell'Economia. Da qui, l'irritazione di Josè Manuel Barroso. «La Commissione non era favorevole alla pubblicazione della lettera».

Renzi, invece, si dice «stupito» dalla reazione di Barroso: il testo era stato «anticipato dal Financial Times ». E con vena polemica, sottolinea: «Penso sia finito in questo palazzo (Jiustius Lipsius) il tempo delle lettere segrete. Con l'Italia, l'open data sarà totale. Noi vogliamo che sia chiaro tutto quello che viene da Bruxelles». Eppoi minaccia Juncker (Barroso abbandona la notte di Halloween): «Credo che pubblicheremo non soltanto la lettera, ma tutti i dati economici, quanto si spende in questi palazzi. E sarà molto divertente...». E dal Quirinale filtra solidarietà a Renzi.

Nella forma, la lettera della Ue è molto garbata. Nei contenuti, un po' meno. Katainen si finge meravigliato di aver scoperto che nei documenti inviati a Bruxelles l'Italia annuncia di non rispettare il Patto di Stabilità ed il Fiscal compact . «C'è un significativo allontanamento dalle correzioni richieste per raggiungere il pareggio strutturale - scrive - Si registra anche un cambio di rotta, rispetto al passato sulle regole di riduzione del debito». Katainen fa riferimento alla correzione strutturale del deficit, limitata ad uno 0,1% contro lo 0,7% atteso; ed al dato del saldo strutturale (indicatore che misura il taglio del debito) che doveva essere del 2,2% del pil, mentre i conti del governo Renzi lo limitano allo 0,1%.

Per queste ragioni, «dear Minister, ti scrivo per conoscere perché l'Italia non rispetta il Patto di Stabilità. E per sapere come il tuo governo conta di rispettare gli impegni attraverso la sua politica di Bilancio (legge di Stabilità)». La lettera si chiude. «Ti sarei grato se volessi farmi avere le risposte entro il 24 ottobre». Cioè, oggi. Nella lettera non si fa cenno alcuno delle cosiddette «circostanze eccezionali». Vale a dire alla principale argomentazione addotta dal governo per il mancato rispetto degli impegni. Circostanze che devono essere prese in considerazione - sostiene il governo (ed i Trattati) - in quanto l'Italia è in recessione da tre anni.

E la Banca d'Italia si schiera a fianco di Palazzo Chigi sulla scelta di aumentare il deficit del 2015. «Data l'eccezionale durata e profondità della recessione, le scelte del governo appaiono motivate», dice il Bollettino di Via Nazionale. Alla base dell'inversione di rotta (quasi resipiscenza: mai Bankitalia aveva condiviso un aumento del deficit) la consapevolezza che un processo di risanamento più graduale può contribuire ad evitare una spirale recessiva della domanda.

Insomma, se l'Italia rispettasse i trattati la recessione aumenterebbe e non diminuirebbe. Da qui, l'approvazione della manovra. Compresi, gli 80 euro. Due settimane fa, però, Via Nazionale aveva detto che questa misura non era stata efficace per i consumi.

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