L'Eurostat smentisce Renzi: l'Italia cresce al rallentatore

Dalla produzione industriale all'occupazione giovanile, siamo il Paese che ha recuperato meno dai livelli pre-crisi. Il centrodestra attacca: «Desolante»

In economia gli italiani sembrano andare bene all'«orale», meno bene nello «scritto»: nella traduzione pratica di quel che dicono nei sondaggi. È quanto emerge dal «Cruscotto congiunturale», documento elaborato dal ministero dello Sviluppo economico su dati dell'Eurostat.All'«orale», cioè i sondaggi, gli italiani si dicono fiduciosi nella ripresa. L'indice di fiducia dei consumatori è aumentato di 7,7 punti negli ultimi sei mesi. In Francia, nello stesso periodo, è salito di 5,9 punti, mentre in Germania - dice Eurostat - lo stesso indice è sceso di 7,5 punti. Se dall'«orale», però, si passa ai comportamenti virtuosi (gli «scritti»), la situazione si ribalta. Rispetto ai livelli pre-crisi, la produzione industriale nazionale ha recuperato solo il 3 per cento. In Germania, il 27,8 per cento; in Francia, l'8 per cento; in Gran Bretagna, il 5,4 per cento; in Spagna, il 7,5 per cento. Dati che stanno a dimostrare come l'Italia stia recuperando più lentamente degli altri partner/competitor europei il terreno perso durante la crisi. Insomma, è vero che davanti al dato della crescita è tornato il segno positivo; ma la crescita va al rallentatore. E la congiuntura migliora troppo lentamente per segnare una reale, e strutturale, inversione di rotta. Il confronto è ancora più impietoso se l'analisi dei dati economici è limitata al settore delle costruzioni. Nell'ottobre scorso, l'Italia era 85 punti sotto il livello massimo del periodo pre-crisi; toccando il nuovo minimo assoluto dall'inizio della crisi. Secondo Eurostat, invece, tutti gli altri big hanno recuperato dai picchi negativi: dal 3,4% della Francia al 32,9% della Spagna. Il mercato del lavoro, poi, nonostante la riforma introdotta segnala le distanze più ampie con gli altri partner europei. Nel terzo trimestre il tasso di disoccupazione è sceso all'11,5%, ma in Germania era al 4,5% e nel Regno Unito al 5,2%. La Spagna segnava ancora un grave 21,6%, tuttavia rispetto ai momenti più bui della crisi Madrid ha recuperato 4,7 punti, contro 1,6 punti di Roma. Caso a sé quello della Francia: il tasso di disoccupazione è più basso di quello italiano, pari al 10,8% ma si tratta del dato peggiore degli ultimi 18 anni. Anche se il ministero dello Sviluppo economico sostiene che i dati Eurostat stanno a dimostrare come il Paese abbia «ingranato la ripresa», l'Italia resta fanalino di coda nell'occupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni con un tasso del 15,1% contro il 28% della Francia, il 43,8% della Germania, il 48,8% del Regno Unito e il 17,7% della Spagna. Rispetto ai picchi negativi della crisi il recupero è stato di 0,9 punti, contro 1,9 della Spagna, 2,7% della Germania 4,2 della Gran Bretagna.Paolo Romani, presidente del senatori di Forza Italia, rileva che il «quadro desolante offerto da Eurostat smentisce Renzi e le sue slides». Osvaldo Napoli sottolinea: «Sono la fotografia impietosa delle ricette di Renzi». Giovanni Toti sintetizza: «Servono nuove ricette». Chiude il cerchio il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta: «A questo ritmo ci vorranno 10 anni per uscire dalla crisi». Sullo stesso tono le reazioni della minoranza interna del Pd.

Federico Fornaro osserva che i dati Eurostat «sono un sano bagno di umiltà». Ed Arturo Scotto, fuoriuscito dal Pd e confluito in Sinistra italiana, invita il presidente del Consiglio «ad abbandonare la propaganda ed a tornare sulla terra».

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