L'ex Dogane: "Conte sapeva delle mascherine farlocche cinesi"

I parlamentari FdI: "È l'inquietante conferma di ciò che era già trapelato nei mesi scorsi"

L'ex Dogane: "Conte sapeva delle mascherine farlocche cinesi"
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Palazzo Chigi sapeva che l'Italia importava (e strapagava) mascherine cinesi farlocche, inutili se non dannose. La prova la dà in commissione Covid l'ex funzionario delle Dogane Miguel Martina, cacciato dopo aver fatto questa scoperta e oggi risarcito. In un messaggino datato 8 maggio 2020 whatsapp all'allora sottosegretario a Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro, che Martina conosceva in quanto militante grillino della primissima ora, così come in successivo incontro a Palazzo Chigi del luglio 2020, l'ex dirigente avrebbe messo al corrente l'esecutivo del rischio per la salute che l'Italia correva dopo la norma che - secondo un'interpretazione lasca - sdoganava mascherine prive di certificazione e marchio Ce contraffatto, comprate dal commissario Domenico Arcuri con commesse milionarie e destinate ai sanitari, la cui mortalità Covid è tra le più alte d'Occidente. "È l'inquietante conferma di ciò che era già trapelato nei mesi scorsi - dicono in una nota i parlamentari Fdi in commissione, che annunciano un'interrogazione parlamentare alla presidenza del Consiglio, al ministro della Salute Orazio Schillaci e al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - ulteriori gravi accuse si profilano nei confronti del governo di Giuseppe Conte, su cui è doveroso fare approfondimenti".

Nonostante l'ostruzionismo dei commissari dell'opposizione Francesco Boccia, Ylenia Zambito (entrambi Pd) e del grillino Alfonso Colucci con domande ingenue ("Ma lei è sicuro che Fraccaro ha letto il messaggio?"), allusive e a volte persino minacciose nei confronti di Martina - tanto che il presidente Marco Lisei (Fdi) ha dovuto sospendere più volte la seduta - l'ex funzionario ha anche discusso del suo esposto in Procura a Roma per "epidemia colposa", allegando i file audio di una sua conversazione precedente, del 14 aprile 2020, con il suo capo di allora all'Antifrode del Lazio Domenico Cosmo Tallino che lo aveva minacciato di ritorsioni se non si fosse fermato nel denunciare "le merde finite ai medici": "Le mascherine sono un affare di Stato che stritola tutti", l'affermazione riversata ai pm romani lo scorso otto agosto (di cui ha dato conto il Giornale) con l'ipotesi di un possibile

rapporto causa-effetto tra il mancato controllo sulle mascherine e l'altissima mortalità italiana nonostante due lockdown e l'obbligo vaccinale tutto da verificare, con responsabilità di Pd e M5s sulla pandemia evidenti.

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