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L'ex grillino: "M5s digerirà pure Draghi e ci saranno nuove fuoriuscite"

Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio ed ex grillino, sull'ipotesi di un appoggio del M5s a Draghi: "Pur di non andare al voto si attaccherebbero a chiunque. Il no a Draghi mi ricorda tanto quel mai con il Pd, e abbiamo visto come è andata a finire"

L'ex grillino: "M5s digerirà pure Draghi e ci saranno nuove fuoriuscite"

"Lo avevo detto io che allearsi con il Pd era un errore madornale, il fallimento di quel matrimonio contro natura adesso è sotto gli occhi di tutti". Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio ed ex grillino, guarda le evoluzioni politiche con aria disincantata. La rabbia e l’ostinazione con cui ha provato a boicottare l’alleanza giallorossa ("Sono nato Cinque Stelle e di sicuro non morirò piddino") sono ormai un ricordo sbiadito. Non c’è più nulla per cui valga la pena combattere: "Il Movimento Cinque Stelle è morto". Ecco perché è pronto a scommettere che gli ex compagni di lotta cederanno all’ennesimo compromesso, ma stavolta le conseguenze saranno irreparabili.

La missione di Fico è fallita, Mattarella si gioca la carta Draghi. Se lo aspettava?

"Sì, secondo me era questo il piano fin dall’inizio. Il nome di Draghi circola da tempo, non credo rappresenti una novità per nessuno, piuttosto mi sembra evidente una classica manovra di sostegno da parte dei media mainstream."

Secondo lei il Movimento appoggerà Draghi?

"Credo di sì, pur di non andare al voto si attaccherebbero a chiunque. Sono dinamiche che si ripetono identiche ormai da anni. Il "no a Draghi" mi ricorda tanto quel "mai con il Pd", e abbiamo visto come è andata a finire. Anche per Draghi useranno la parola responsabilità, sposteranno l’attenzione sul programma di governo e lo faranno digerire alle truppe come unica soluzione possibile. Ha presente il principio della rana bollita?"

Cioè?

"Diciamo che il Movimento è la rana e il sistema è il pentolone d’acqua in cui è immersa. Sotto al pentole c’è un fuoco acceso. Inizialmente l’acqua è fredda, poi diventa tiepida, poi molto calda e alla fine la rana fa una brutta fine…"

Ovvero?

"La deriva ormai è inarrestabile. Dopo Draghi si sarà superato ogni barlume di coerenza e moralità. Ci saranno molte altre fuoriuscite, giravolte e capitomboli."

Di Battista che farà? Qualche giorno fa minacciava l’addio…

"Non penso che andrà fino in fondo. Di Battista si terrà i mal di pancia come ha già fatto in passato. È troppo legato sentimentalmente all’idea del Movimento per andarsene. Rimarrà il grillo parlante, la coscienza inascoltata del gruppo."

La base? Come reagirà?

"La base si è sfaldata. Sono rimasti solo pochi irriducibili che ancora sperano in un cambio di rotta pur di non fare i conti con il fallimento. Il resto invece si è rifugiato nell’astensionismo, ripiombando nell’apatia dalla quale lo avevamo tirato fuori. Basta vedere la fine misera che hanno fatto i meetup, sono diventate scatole vuote, non c’è più voglia di confrontarsi, di organizzare iniziative sul territorio, anche perché quando ti presenti alla gente cosa gli racconti?"

Si parla di sottoporre "l’opzione Draghi" al voto sulla piattaforma Rousseau…

"La piattaforma Rousseau doveva essere il trionfo della democrazia dal basso, ma dopo che se ne è andato Gianroberto Casaleggio è servita solo per legittimare decisioni già prese dal gruppo dirigente. È solo una formalità."

Come vede il Movimento nel 2023?

"Non lo vedo.

Tornerà il bipolarismo."

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