
RomaLe obiezioni dell'Agenzia delle Entrate al decreto legislativo del governo sulla rilevanza penale dell'evasione, sono contenute in un dossier riservatissimo di una decina di pagine. Il direttore Rossella Orlandi l'ha consegnato al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.
Dentro c'è molto più di una cancellazione della presunta norma «salva Berlusconi», che prevedeva una soglia di punibilità dell'evasione del 3%. Una riscrittura completa che sa molto di atto di sfiducia verso il provvedimento riscritto dalla «manina» di Renzi. Non è inconsueto che un pezzo di amministrazione pubblica dica la sua su una questione che è anche tecnica.
Ma il contenuto del dossier è anche molto simile ad un articolo pubblicato due giorni fa dal sito lavoce.info e firmato da Vincenzo Visco. Ex ministro delle finanze Pd, eminenza grigia della politica economica dell'ex Pci e punto di riferimento di una buona fetta di vertici del ministero dell'Economia. Compresa il direttore delle Entrate Orlandi.
Nell'articolo ci sono valutazioni negative dei tentativi del governo di rendere più morbido il diritto penale tributario, ad esempio per gli errori, le dichiarazioni infedeli e piccole evasioni. Ma ci sono anche delle considerazioni che la dicono lunga sulla filosofia degli ambienti (Pd e amministrazione finanziaria) che verosimilmente hanno fatto scoppiare il caso della «salva Berlusconi».
In sintesi. Carcere per l'evasione. «Se la sanzione, anziché solo pecuniaria, è anche penale e detentiva, l'effetto di deterrenza è ovviamente maggiore», scrive Visco. Non alleggerire le sanzioni. «L'attesa del cittadino comune» non è «una generale depenalizzazione». Quindi, alla filosofia di Renzi, che secondo Visco propone proprio questo, meglio sostituire «una certa severità».
Ad esempio, mettendo sullo stesso piano elusione ed evasione fiscale. «In ambedue i casi il contribuente evita di pagare le imposte dovute o violando direttamente la legge o schivandone sapientemente l'applicabilità. La sostanza non cambia». L'elusione è «l'evasione dei ricchi».
Se da qui a febbraio il Pd vincerà il braccio di ferro con Renzi sul fisco, c'è da scommettere che sarà soprattutto la «manina» di Visco a riscrivere il decreto, secondo questa filosofia. E per Renzi sarà una sconfitta.