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Via libera alla missione in Niger, il sì di Forza Italia a Gentiloni

Via libera alla missione in Niger, il sì di Forza Italia a Gentiloni

Un sì convinto da parte di Forza Italia. Critici Movimento 5 Stelle, Lega e sinistre. Il via libera in Consiglio dei ministri alla missione in Niger è l'ultimo atto del governo di Paolo Gentiloni, esclusa l'ordinaria amministrazione. 470 soldati italiani, nel corso del 2018, si recheranno nello stato a sud della Libia, covo di jihadisti e «hub» della migrazione clandestina verso l'Europa occidentale. Tra gennaio e febbraio, dopo l'ok del parlamento, arriveranno i primi militari. Le truppe avranno a disposizione non meno di 130 veicoli.

Ieri, nel corso della conferenza stampa di fine anno, Gentiloni ha definito il nuovo impegno in Africa «sacrosanto per l'interesse italiano» L'obiettivo dell'intervento, richiesto a inizio dicembre dal governo locale, sarà «consolidare gli assetti di controllo del territorio e delle frontiere e rafforzare le forze di polizia locali», ha spiegato il premier. Motivazioni che non convincono le forze a sinistra del Pd. La missione in Niger innesca l'ennesima lite tra i dem e i transfughi confluiti in Liberi e Uguali. Questi ultimi, assieme ai grillini, non si accontentano dell'ok da parte delle commissioni parlamentari. Pretendono che l'invio delle truppe venga autorizzato in aula, «anche a camere sciolte», dice Arturo Scotto. Giulio Marcon e Pippo Civati aggiungono: «Lo ius soli non può essere approvato perché le Camere vengono sciolte, ma per la missione militare in Niger le commissioni parlamentari saranno invece riconvocate».

Forza Italia accoglie invece «con favore» il nuovo impegno militare, che «rientra nel contrasto al terrorismo islamico sempre più radicato nell'Africa sub-sahariana e nel controllo delle rotte criminali dei trafficanti di esseri umani», dicono gli azzurri Renato Brunetta, Paolo Romani, Maurizio Gasparri ed Elio Vito. Niente preclusioni neppure da parte dell'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa (FdI), secondo cui le missioni all'estero «hanno sempre contribuito a dare un ruolo di politica internazionale al paese». Nel centrodestra, la voce fuori dal coro è quella della Lega. Per Roberto Calderoli, gli unici a guadagnare dalla missione saranno i francesi: «Mi sembra che più che all'immigrazione si pensi a portare a casa le materie prime che vengono da Niger e Africa.

A vantaggio della Francia».

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