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"Liberate subito il reporter". Ue: stop 3 miliardi a Minsk

Ue: sanzioni e no fly zone. Protasevich in un video: "Sto bene e sto confessando". Ma ha segni di percosse

"Liberate subito il reporter". Ue: stop 3 miliardi a Minsk

All'indomani dell'incredibile dirottamento su Minsk del volo Ryanair Atene-Vilnius, con a bordo un giornalista bielorusso oppositore del regime arrestato all'arrivo, il Consiglio europeo si è riunito ieri sera a Bruxelles (senza cellulari per riservatezza) per discutere anche delle misure da prendere nei confronti del regime di Aleksandr Lukashenko. Il caso è di eccezionale gravità: un intervento militare straniero per costringere un aereo di linea che collegava due capitali dell'Ue ad atterrare in un Paese terzo per eseguire l'arresto di una persona accusata di reati politici che potrebbero portarlo davanti al plotone di esecuzione. Il tutto mettendo a rischio la vita di centinaia di passeggeri europei, infatti giovedì l'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile Onu si riunirà d'urgenza per discutere il caso.

L'ambasciatore bielorusso all'Ue è già stato convocato a Bruxelles per notificargli la ferma protesta per un'azione inaccettabile e la richiesta del rilascio di Roman Protasevich, che è stato incarcerato a Minsk insieme con la compagna, Sofia Sapega, che ha passaporto russo, ma di cui Mosca non ha chiesto la liberazione. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha assicurato sanzioni ai finanziatori del regime e ha promesso un pacchetto di 3 miliardi per la Bielorussia «quando sarà democratica», mentre la Francia propone come misura sanzionatoria (Lukashenko e i gerarchi sono già oggetto di sanzioni Ue per la truffa elettorale delle presidenziali dello scorso agosto e per la brutale repressione delle manifestazioni di protesta) il divieto dell'attraversamento dello spazio aereo della Bielorussia, l'ostracismo verso la sua compagnia di bandiera e il blocco del traffico anche di terra da e per Minsk. Inquietante ancorchè ridicolo un video fatto circolare dai canali della tv di Stato bielorussa in cui Protasevich dichiara di stare bene e di essere trattato correttamente, malgrado alcuni segni scuri visibili sulla sua fronte: «L'atteggiamento dei dipendenti nei miei confronti è il più corretto possibile e secondo la legge. Continuo a cooperare con gli investigatori e confesso di aver organizzato disordini di massa nella città di Minsk», ha detto il 26enne che nel video indossa una felpa nera e siede dietro un tavolo in una stanza anonima con un pacchetto di sigarette al suo fianco.

Il «che fare» davanti a questo caso di pirateria di Stato non è questione facile: forse l'unica misura adeguata sarebbe il ritiro simultaneo da Minsk di tutti gli ambasciatori dei 27, ma Lukashenko non se ne curerebbe: la sua unica bussola è la permanenza al potere e sa di poter contare sul sostegno interessato del potente alleato russo.

L'Europa si trova di fronte - in questo caso come in altri precedenti anche più gravi, come l'abbattimento nel 2014 di un aereo civile con 300 passeggeri olandesi nei cieli del Donbass alla gestione di rapporti con regimi autoritari che mostrano identico disprezzo nei confronti dei diritti umani e della verità. Come ha ben detto di recente il ministro francese degli Esteri Yves Le Drian, i vicini non si possono scegliere, e bisogna parlarci. Non è compito facile: ieri ad esempio il governo bielorusso ha sostenuto di aver rispettato le regole internazionali, e che ogni accusa occidentale è quindi infondata.

Con sprezzo del ridicolo ha aggiunto che era giunta un'esplicita minaccia da parte di Hamas di far esplodere una bomba a bordo dell'Atene-Vilnius, che guarda caso era proprio quello su cui viaggiava Protasevich.

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