Viva la libertad y muera la tirania diceva ieri il probabilmente suicida capitano ribelle Juan Caguaripano circondato da meno di venti uomini in uniforme, insorto contro la dittatura e candidandosi al martirio. Il Venezuela boccheggia giorno dopo giorno. E la libertà invocata da Caguaripano è ancora lontana, ma l'ultimo scandalo comunista del mondo (dopo l'oligarchia marxista della famiglia Castro a Cuba) potrebbe arrivare alla resa dei conti. Questo è almeno ciò che i venezuelani e la gente libera di tutto il mondo spera e tutti noi speriamo. Ci auguriamo che quando Nicolàs Maduro cadrà, anziché subire punizioni da macelleria comunista venga invece tradotto e accolto a Sèvres in Francia, (Macron permettendo) dove ha sede il Bureau International des Poids et Mesures, cioè il museo in cui si conserva, alla temperatura di zero gradi e in lega di iridio-platino, la misura perfetta del metro, quelle del litro, del chilo e tutte le altre unità di misura. Manca il ricordo e la misura esatta di che cosa è e che cosa sia stato il comunismo, in Europa o in Africa, in America Latina o in asia, ovunque e in qualsiasi età. Per Maduro si potrebbe allestire l'alloggio perfetto per l'ultimo comunista perfetto affinché possa essere visitato da chi non sa o non ricorda. In quel luogo potrebbero restare archiviate e studiate le qualità normali dei comunisti, non perché eccezionali, ma perché ortodosse: arroganza, uso di fabbricazioni, politiche sanguinarie, sindacalismo dissennato come strumento per raggiungere il potere, un medagliere palestinese e un gigantesco ego addominale in uniforme. Non ha esitato e non esita come il suo predecessore Hugo Chavèz, a truccare le elezioni, affamare il popolo, usare il petrolio per scopi di potenza, deprimere l'economia, incutere terrore e favorire la propaganda della menzogna e dell'insicurezza. Dalla fine della Guerra fredda sono scomparse tutte le dittature militari di destra o «fasciste».
Ma resistono senza rispetto per la storia e la decenza quelle dittature comuniste: da Maduro in Venezuela a quella imperiale della Cina, giù giù fino a quella demenziale della Corea del Nord il cui satrapo comunista Kim Jong-un ieri prometteva «un mare di fuoco contro gli Usa».
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