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"La libertà è la nostra stella. La coalizione è plurale, mai stati divisi in 28 anni"

Il discorso del Cavaliere al Senato per la fiducia al governo Meloni: "Riprendo la parola dopo nove anni, mentre gli italiani si sono ancora affidati al centrodestra. Lavoreremo per la pace in pieno accordo con gli alleati e nel rispetto del popolo ucraino"

"La libertà è la nostra stella. La coalizione è plurale, mai stati divisi in 28 anni"

Signor Presidente del Senato, onorevoli senatori,
Signor Presidente del Consiglio, sono felice di essere qui e sono felice anche perché 3 ore fa è nato il mio 17° nipotino. Evviva!
Comunque è per me un motivo di soddisfazione riprendere la parola in Senato, dopo nove anni, e farlo proprio quando il popolo italiano ha scelto ancora una volta di affidare il Governo del Paese alla coalizione di centro-destra.

Una coalizione a cui ho dato vita 28 anni fa e che da allora ad oggi ha scritto pagine fondamentali nella storia della Repubblica realizzando una democrazia compiuta, una democrazia di tipo europeo, basata sull'alternanza fra due poli legittimati dal voto degli italiani.
Se oggi per la prima volta alla guida del governo del Paese, per decisione degli elettori, c'è una esponente che viene dalla storia della destra italiana, questo si è reso possibile perché 28 anni fa è nata una coalizione plurale, nella quale la destra e il centro insieme hanno saputo esprimere un progetto democratico di governo per la Nazione.

Una coalizione che in 28 anni non si è mai divisa e che ha saputo governare insieme e stare insieme anche all'opposizione, una coalizione che ha governato e che governa la maggioranza delle regioni italiane.
Una coalizione, che è sempre stata artefice di grandi scelte di democrazia e di libertà.

Non è questo il momento, onorevoli senatori, per ricordare i tanti successi ottenuti dai governi di centro-destra che ho avuto l'onore di presiedere, ma una sola cosa voglio rivendicare con orgoglio: i nostri governi hanno sempre avuto come stella polare del loro agire la stella polare della libertà.
Non abbiamo mai approvato una norma, una legge, un provvedimento, che potesse ridurre gli spazi di libertà dei cittadini. Non abbiamo mai compiuto una scelta di politica internazionale, che non fosse dalla parte dell'Occidente e della libertà.

E io sono assolutamente sicuro che il nuovo governo seguirà questa stessa strada, questi stessi principi, e quindi noi oggi voteremo convintamente la fiducia e da domani lavoreremo con lealtà, con passione e con spirito costruttivo, per realizzare il nostro programma.
Ieri e oggi abbiamo ascoltato dal Presidente Meloni parole definitive e totalmente condivisibili sui diritti, sulle libertà, sulla necessità di abbassare le tasse e di promuovere una pace fiscale, un impegno ad affrontare subito le grandi emergenze a partire dalla necessità di abbassare i costi dell'energia per le famiglie e per le imprese, un impegno a riprendere una politica energetica non più condizionata dal «partito dei no» e dall'ambientalismo ideologico della sinistra.
Così come siamo ben consapevoli delle difficoltà che abbiamo dinnanzi, siamo consapevoli delle attese degli italiani e delle responsabilità che abbiamo nei loro confronti.
Le imprese e le famiglie sono in difficoltà e chiedono aiuto. Non possiamo lasciarle senza risposta.

Ma abbiamo soprattutto il dovere di andare avanti, perché siamo di fronte a nuove emergenze che sono motivo di grave allarme sociale.
Del resto è ben chiara in noi la consapevolezza dei problemi strutturali del nostro Paese la consapevolezza della lentezza della burocrazia e dell'inefficienza del sistema giudiziario, la consapevolezza del carico fiscale insostenibile su famiglie e imprese.
Certamente una delle priorità da approvare nel più breve tempo possibile è la riforma della tassazione, per un fisco più equo e più leggero, pur nella necessità di non disattendere i vincoli di bilancio che l'Europa e i mercati ci impongono.

Anche la riforma della giustizia è una priorità irrinunciabile, per una questione non solo di durata ragionevole dei processi ma soprattutto per una questione di civiltà e di libertà. Una riforma davvero garantista, non contro la magistratura ma per il diritto, per l'equità, per la libertà. Nelle nostre decisioni dobbiamo poi mettere al centro di tutto la persona, portatrice per sua natura di diritti che non sono concessi dallo Stato, ma che lo Stato ha il dovere di garantire e di tutelare. Siamo quindi per la tutela della vita, dal concepimento alla morte naturale, siamo per il sostegno alla natalità, siamo per la difesa e la valorizzazione della famiglia e della sua funzione sociale irrinunciabile.

Sono tutti temi sui quali il nostro governo, ne sono certo, saprà intervenire opportunamente con coraggio, e con senso di responsabilità. Onorevoli senatori, il nuovo governo si insedia in un momento particolarmente difficile non solo per l'Italia ma per il mondo intero. Il momento più difficile e più pericoloso dalla fine della guerra fredda ad oggi.
Di fronte all'attuale situazione internazionale non possiamo che ribadire e consolidare le linee portanti della nostra politica estera, e cioè la nostra solidarietà con l'Occidente, quella solidarietà che ha sempre caratterizzato i nostri governi e che deve essere patrimonio comune della nazione, soprattutto di fronte alle minacce internazionali vecchie e nuove.

Io sono sempre stato un uomo di pace e i miei governi hanno sempre operato per la pace e sempre in pieno accordo con i responsabili di governo dell'Europa, della NATO e degli Stati Uniti come ho avuto modo di ricordare solennemente davanti al Congresso Americano.
Nel 2002, a seguito di un lungo e appassionato lavoro diplomatico, ero riuscito a convincere il Presidente Bush, il Presidente Putin e tutti i responsabili di Governo dei Paesi della NATO a sottoscrivere il trattato di Pratica di Mare, l'accordo che poneva fine, dopo oltre cinquant'anni, alla guerra fredda, un accordo considerato da tutti come un vero e proprio miracolo.

Il mio progetto, condiviso da molti, era allora quello di ricuperare la Russia all'Europa.
Questo progettavamo per poter affrontare insieme con un Occidente rafforzato dall'apporto della Russia la grande sfida sistemica del 21° secolo, quella dell'incombente espansionismo cinese.
Purtroppo l'invasione dell'ucraina ha vanificato questo nostro disegno, perché siamo tornati a prima del 2002, con la Russia isolata dall'Europa e con l'Europa e l'Occidente uniti contro la Russia.

E in questa situazione noi, naturalmente, non possiamo che essere con l'Occidente nella difesa dei diritti di un Paese libero e democratico come l'Ucraina.
Per tutto questo noi dobbiamo lavorare per la pace e lo faremo in pieno accordo con i nostri alleati Occidentali e nel rispetto della volontà del popolo ucráino.
Su questo la nostra posizione è ferma e convinta, è assolutamente chiara e non può essere messa in dubbio da nessuno, per nessun motivo.
Signor Presidente del Consiglio,

Forza Italia lavorerà al suo fianco con impegno e con lealtà, per realizzare il programma sul quale abbiamo avuto la fiducia degli italiani. Lo faremo da liberali, da cristiani, da garantisti, lo faremo da europeisti e da atlantici.

Nel 1994, in questa stessa aula, chiedendo al Senato la fiducia per il primo governo di centro-destra, io conclusi il mio intervento parlando della possibilità di sognare, ad occhi bene aperti, un futuro migliore, per l'Italia, parlai della possibilità di costruire un'Italia più giusta, più generosa e più sollecita verso chi ha bisogno e verso chi soffre, parlai di un'Italia più moderna e più efficiente, parlai di un'Italia più prospera e più serena, più ordinata e più sicura.
Queste le mie parole di allora, queste le mie parole di oggi.

Al Presidente del Consiglio e al Governo i miei, i nostri più convinti e affettuosi auguri per tutti i prossimi cinque anni di lavoro.


Vi ringrazio.

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